Terminillo

K42 sul Terminillo: la montagna come sfida con se stessi

Quarantadue chilometri di tecnica, resistenza, forza, atletismo, equilibro e coraggio: la K42 sul Terminillo non è solo una gara, è una sfida con se stessi, con i propri limiti, ma soprattutto con uno dei percorsi di trail tecnicamente più duri in Italia

Quarantadue chilometri di tecnica, resistenza, forza, atletismo, equilibro e coraggio: la K42 sul Terminillo non è solo una gara, è una sfida con se stessi, con i propri limiti, ma soprattutto con uno dei percorsi di trail tecnicamente più duri in Italia che si snoda attraverso un territorio selvaggio e impervio ma dagli scenari incredibili. E lo dimostrano i risultati: dei 46 atleti al via della gara lunga ieri da Pian de Valli, professionisti della corsa in montagna provenienti da tutto il mondo, solo in 30 hanno percorso l’anello di quasi 46 km con 3310 m di dislivello positivo – con partenza e arrivo a Terminillo – nel tempo massimo di 10 ore previste dal regolamento. A mettere a dura prova gli atleti son stati i sentieri che portano sulle vette del Terminillo, immersi nella natura selvaggia che abita il territorio e le difficili salite al Santuario di San Giuseppe e quella finale verso l’aerea cresta Sassetelli, con un dislivello rispettivamente di 700 e 840 metri.

La prima parte fino a Fonte Nova, quasi tutta su single track, ogni anno trae in inganno tanti atleti, che si lasciano ingolosire dai lunghi tratti corribili per poi ritrovarsi già affaticati al 37 km, quando la gara vera ha inizio. La salita al Santuario di San Giuseppe, 700 metri di dislivello in circa 2 km, prima di Leonessa, non è particolarmente tecnica ma molto ripida, da togliere il fiato, seguita ancora da una parte corribile, su pratoni, in discesa fino a Fonte Nova. Da qui inizia la vera sfida, con la salita fino alla vetta del Terminillo e la cresta Sassetelli, da affrontare anche con l’uso delle mani in qualche punto. Poi ancora una discesa spettacolare fino a Sella del Cavallo, ancora una breve salita fino al Rifugio Rinaldi e poi tutta discesa sulle piste da sci fino all’arrivo di Pian de Valli.

«Era la prima volta che affrontavo questo percorso, molto duro, tecnico ma spettacolare. Per poter affrontare un percorso così impegnativo è necessario avere esperienza – ha affermato Diego Simon, il big del trail running vincitore della K42La grande fatica è però ripagata dai paesaggi mozzafiato. Soprattutto il tratto in cresta, ineguagliabile e indimenticabile per la sua spettacolare bellezza».

Unica donna a chiudere entro le 10 ore la K42 è Raffaella Tempesta (7h13’11), atleta di casa che queste vette le conosce bene, dopo aver vinto sulla stessa distanza nel 2019 e la 15 km nel 2021.

Altrettanto tecnica, ma meno corribile, è la K15, che prevede lo stesso percorso solo sulle salite al Terminillo, compresa la cresta Sassetelli, tagliando sulla parte di sentieri e pratoni fino a Pian de Valli. Qui la vittoria è andata a Giacomo Forconi (1h 33’27), per il secondo anno consecutivo, e Michela Santini (2h21’ 11), alla sua prima partecipazione alla K42 Italia.

Ai quattro vincitori, oltre ai tanti premi offerti dagli sponsor, anche il biglietto aereo e il pettorale per la tappa alla K42 Picos de Europa, in Spagna.