Ippoterapia: Cavalcando l’autismo, seconda edizione

Con l’arrivo di settembre è partita la seconda edizione dell’escursione che chiude il progetto “Cavalcando l’Autismo 2014” e che quest’anno porterà 7 autistici, tra ragazzi e adulti, a cavallo dall’Umbria alla Toscana costeggiando il lago Trasimeno e Cortona per concludersi tra le colline del Chianti a Impruneta, nei pressi di Firenze. I veterani (che indosseranno il loro primo Diamond ♦) saranno anche di assistenza alle matricole.

Il progetto ha preso il via lo scorso anno sui campi di gara del Centro Militare di Equitazione di Montelibretti,  promosso dall’associazione “l’emozione non ha voce”  (www.lemozionenonhavoce.org). La carovana, che partì proprio dal Centro Militare, percorse circa cento chilometri suddivisi in tappe giornaliere, attraversando l’alta Sabina fino a giungere ad Avigliano Umbro, presso il Centro Europeo Toscolano – Università della Musica –  ospiti del Maestro Mogol.

Gli obiettivi delle cavalcate sono principalmente due, uno rivolto ai ragazzi stessi ed uno verso l’esterno. Per i ragazzi consiste nell’aumentare in ciascuno di loro la consapevolezza delle attività che via via svolgono ed aumentare la propria autostima attraverso il piacere di stare in sella all’amico cavallo e, grazie a quest’ultimo,  riuscire ad  affrontare e risolvere i problemi del passaggio all’adolescenza e alla vita adulta. Verso l’esterno, invece, per dimostrare come anche dei soggetti autistici hanno possibilità di inserirsi a pieno titolo nel “fluire” di una società civile, dimostrando che questi ragazzi e ragazze, un giorno uomini e donne adulti,  possono svolgere con successo attività che sembrano loro negate.

“E’ una iniziativa che permette di dar risalto ad una patologia in forte aumento nella società attuale  –  spiega la dottoressa Laura Traina membro dello staff di psicologi che seguono i cavalieri autistici  –  Percorrere sentieri tortuosi alla scoperta di paesi mai visti, dormire insieme ai compagni di viaggio e soprattutto vivere quasi in simbiosi al nostro amico cavallo, ci permette di uscire da quelli che sono gli schemi tipici della quotidianità che questi ragazzi sono abituati a vivere. Stare senza genitori e senza le comodità della propria abitazione potenzia le capacità  di adattamento ed il sentirsi liberi e capaci di fare. Quello a cui noi puntiamo maggiormente è un incremento dell’autonomia che permette a questi ragazzi un inserimento nella vita adulta e chissà, magari nella vita lavorativa forse proprio nell’ambito dell’equitazione. Questa seconda edizione di cavalcando l’autismo –conclude Laura Traina – è il nostro modo per dire: Ecco, siamo ancora qui ed anche noi sappiamo essere dei cavalieri”.