Intitolata una via a Davide Andrea Bernardinetti

Questa mattina è stata aperta una nuova arteria cittadina, intitolata a Davide Andrea Bernardinetti. È collocata dopo la zona Belvedere, quindi parallela alla via del erminillo e perpendicolare a via Villafranca. La nuova strada, molto ampia e lunga circa 500 metri, non ancora asfaltata, attraversa l’intero nuovo complesso che comprende 119 alloggi distribuiti su decine di villette mono e plurifamiliari.

Durante l’apposizione delle targhe, i due operai Remo Angelucci e Giuseppe Raccogli, dipendenti del Settore della Segnaletica Stradale del Comune di Rieti, oltre ad alcuni abitanti della zona, presenti durante i lavori, si chiedevano chi fosse stato il titolare della nuova strada e tra i presenti c’era chi era già abbastanza informato.

Davide Bernardinetti, figlio di reatini autentici, nacque nel settembre del 1967. Dopo aver iniziato le scuole elementari a Villa Reatina, per ragioni di lavoro del padre Luigi, con la famiglia fu costretto a trasferirsi prima a Perugia e successivamente a Roma dove, nel 1987, si diplomò pilota civile e perito aeronautico presso l’istituto tecnico aeronautico di stato “Francesco De Pinedo”. Nel 1988 entrò nell’aeronautica militare frequentando il corso di allievo ufficiale di complemento presso la scuola di guerra aerea di Firenze, e poco dopo fu promosso sottotenente. Nel 1989 cambiò specializzazione e fu ammesso a frequentare il 70° stormo della scuola militare piloti presso Latina, Nel giugno del 1989 conseguì il brevetto di pilota di aeroplano ed il 15 giugno 1990 presso la 61a brigata aerea di Lecce, conquistò il brevetto di pilota militare sugli Aermacchi MB 339 (gli stessi aerei della pattuglia acrobatica dell’aeronautica militare italiana). Nel 1991 ottenne il brevetto di pilota militare di aliante e fu promosso tenente. Passò in servizio permanente effettivo con il grado di sottotenente diventando prima istruttore di volo negli aerei SF260 di Latina e successivamente istruttore di alianti militari presso l’aeroporto di Guidonia. Presso l’aeroporto militare di Rieti fu più volte istruttore di volo a vela durante i corsi per i piloti militari di aliante. Dallo stato maggiore dell’aeronautica militare, nel 1995 ricevette l’incarico di sviluppare nuovamente la spenta attività dell’aeroporto di Guidonia – Montecelio, dove in effetti egli operava come istruttore di volo. La sua determinante esperienza, la sua infinita passione per il volo libero, il continuo insegnamento ai giovani piloti dell’aeroporto reatino e romano, i suoi fenomenali voli compiuti insieme al fratello Francesco, anche lui pilota, con il quale il 20 febbraio 1993 superò i 20.000 piedi di quota nella direttrice del Terminillo, ed insieme al tenente colonnello Domenico Adragna, con il quale il 13 dicembre 1994 raggiunse analoga quota di altitudine, proprio sopra il massiccio del “suo” Terminillo, contribuirono notevolmente al successo della ripresa di attività dell’aeroporto della sabina romana. A tale proposito esiste una memoria composta dal colonnello Adragna, il quale ricorda quell’avvenimento che suscitò molto scalpore negli ambienti volovelistici nazionali, militari e civili. Anche per quanto riguarda l’attività volovelistica reatina, il pilota Davide Bernardinetti si adoperò con slancio e sacrificio al fine di promuovere il campionato mondiale di volo a vela militare, le cui prime due edizioni si svolsero appunto nei cieli di Rieti. Il nostro giovane pilota conseguì tra l’altro l’insegna sportiva “C d’argento” e “C d’oro” su alianti militari.

Da quando fu costituito il settore volovelistico, l’aeronautica militare italiana è dotata di un gruppo di alianti con i quali avrebbe potuto, e anche dovuto, coltivare l’attività agonistica, ma non lo aveva mai fatto: gli mancava la spinta giusta, o forse non aveva ancora incontrato le persone adatte per realizzare tali progetti. Davide Bernardinetti, il giovane appassionato, il ragazzo semplice, riuscì in questo proposito, e pertanto i volovelisti sono grati a questo figlio di Rieti, a questo pilota al quale dovrebbe essere attribuito il giusto merito e il legittimo riconoscimento per quanto Egli ha fatto per il volo a vela nel settore dell’aeronautica militare. Si deve ricordare che senza la perseveranza di questo pilota, che senza la sua caparbietà, senza le sue capacità, senza le doti umane e professionali di Davide, forse non ci sarebbero alianti da competizione e non ci sarebbero gare con alianti militari. Nel 1994 si sposò e nel 1997 lasciò l’aeronautica militare con il grado di capitano pilota. Fu subito assunto presso la compagnia aerea nazionale “Alitalia” e per tale motivo si recò a Tolone in Francia dove conseguì vari brevetti per pilotare gli Airbus 201 e 301. In breve tempo diventò secondo pilota di linea, soprattutto nelle rotte mediorentali ed africane ed in breve tempo raggiunse 10.000 ore di volo. Nel 1997 ebbe la gioia di vedere la nascita di suo figlio Matteo ma nel 1998 fu colpito da un grave male che nel luglio del 2000, all’età di poco meno di 33 anni, lo portò a volare in cielo, in missione perenne. Questa è in sintesi la biografia del giovane Davide Bernardinetti, militare per necessità, ma amante della pace, e che ha sempre contribuito a tenere alto il nome della nostra città sia in Italia sia nei vari altri paesi dove ha esercitato la sua attività di volo.

«La città di Rieti sta sempre più sviluppando il suo territorio» ha precisato l’assessore Vincenzo Rinaldi, il quale ha aggiunto «per tale motivo crescono le esigenze di una nuova toponomastica e quindi la giunta comunale già da tempo ha preferito intestare le nuove strade a figli di Rieti che si sono distinti nelle loro attività, messe a disposizione a favore della società umana».

Non vanno dimenticati, infatti, giusto per rimanere in tema di piloti militari e civili, gli ingg. Celestino Rosatelli e Francesco Mosca i quali, soprattutto in Russia, all’inizio del 1900 fecero conoscere lo sviluppo dell’aeronautica militare e civile italiana, senza dimenticare il giovane pilota militare Matteo Di Carlo, che nel 1999, immolò la propria vita a Everton, in Inghilterra, per salvare una locale comunità da una sicura tragedia aerea. Vie cittadine sono inoltre intestate ai sergente della Marina Militare Tullio Formichetti perito in un tragico affondamento durante l’ultimo conflitto mondiale, e a Daniele Sarego ufficiale dell’Esercito Italiano, i quali tutti hanno onorato la propria origine reatina nei cieli, nei mari e nelle terre di tutto il mondo.