Intervista a Diego Grillo playmaker NPContigliano

Diego Grillo, classe 1984, playmaker della NPC, reatino di nascita, vanta una carriera spesa tra alcune delle società cestistiche più antiche e gloriose della storia della pallacanestro italiana.

Diego, dove sei cresciuto cestisticamente parlando?

Ho esordito nel settore giovanile reatino, per poi spostarmi a 17 anni in Fortitudo a Bologna.

Sei uscito di casa da piccolo, è stata una esperienza più difficile od emozionante?

È stato un anno incredibile, importante, difficile ed emozionante: è stato l’anno dello scudetto 2004-5 e si respirava un grandissimo entusiasmo in tutti i settori della società.

Come funziona il settore giovanile della Fortitudo?

È organizzato benissimo. Eravamo trattati da professionisti. La mattina si andava a scuola. Al pranzo provvedeva il cuoco della foresteria, dove vivevo con altri sei ragazzi divisi in due appartamenti ed il pomeriggio poi c’era doppio allenamento, quello con la squadra e quello individuale per migliorare le caratteristiche personali.

Chi ti allenava?

Maurizio Ferro. Alcuni allenamenti erano vicini a quelli della prima squadra, con gli stessi giochi. Ho imparato molto.

Tra i giocatori che hai frequentato quell’anno hai ricordi particolari di qualcuno?

Nella mia squadra c’era Belinelli, un ragazzo tranquillo e molto ben integrato, non ha mai fatto il fenomeno. Nella prima squadra tra tutti ho un bel ricordo di Pozzecco.

Dove sei andato dopo Bologna?

Sono stato a Roseto degli Abruzzi, per la mia prima esperienza da senior. Lo ricordo come uno degli anni più belli. Purtroppo c’erano grandi difficoltà economiche.

Di lì ti sei spostato a Latina in B1

Fino a gennaio e poi sono andato a Molfetta in B2.

Hai girato parecchio

L’anno seguente sono andato alla Reyer Venezia, anche quella una società organizzata in maniera impeccabile, con un avanzato settore marketing e con ambizioni notevoli. Quell’anno siamo arrivati in semifinale.

Per poi tornare a casa in serie A1

È stato l’ultimo anno dell’A1. Ricordo l’entrata in campo nel Palasorjourner, di fronte ai tifosi, agli amici, alla famiglia … una delle emozioni più belle della mia vita…

Sei rimasto in città più di un anno

L’anno seguente ho giocato la B2 cin la Spes. Purtroppo ci sono stati 3 gravi infortuni che hanno condizionato l’intero campionato. Ciò nonostante siamo arrivati in semifinale.

E poi sei ripartito

Per Ozzano in B1, ma ora sono tornato per giocare nella NPC

Cosa ti ha riportato a Rieti?

La pallacanestro italiana sta vivendo un momento negativo, di grosse difficoltà e alla NPC c’è invece un buon progetto, fatto con serietà e concretezza. Mi ha fatto piacere il modo in cui sono stato cercato e voluto. Sono contento della scelta perché è una squadra in cui mi trovo bene, sono tutti ragazzi in gamba.

Quale è stata l’esperienza che ti ha fatto crescere di più?

L’esperienza più forte è stata quella di Rieti A1. Lino (Lardo ndr) è un allenatore incredibile. Tra mille difficoltà ci ha portato alla salvezza. Lui e lo staff ci hanno tutelato, tenendoci fuori dai problemi. Il presidente Papalia aveva un carisma fuori dal comune ed io credo che abbia fatto molto, portando a Rieti allenatori di alto livello. Quell’anno ho avuto anche molto spazio, che per un giocatore italiano non è un fatto scontato.

Fin qui Diego il giocatore. Oltre questo cosa fai? Studi?

Sono iscritto all’Università di Terni, nella facoltà di Scienze Politiche, ma diciamo che sono in un momento di riflessione…

Allora come spendi il tuo tempo libero?

La mattina, tutte le mattine, mi alleno: è una abitudine, una passione e mi fa sentire bene e poi se non lavori, non fatichi, non ti sacrifich,i non puoi ottenere risultati.

Un ultima domanda.. sei più romantico o tecnologico, libro o internet?

Tecnologico, come tutti i ragazzi, navigo molto sul web… però vado anche al cinema con la mia ragazza.