È iniziata l’era dei droni

Si moltiplicano le applicazioni in campo civile. Vedi Amazon e Google

Il nome tecnico è “aeromobile a pilotaggio remotizzato” (Apr), ma ormai sono noti al grande pubblico con il termine “drone”. Balzati agli onori delle cronache soprattutto nel corso degli ultimi conflitti militari scoppiati dopo l’11 settembre, i droni stanno rapidamente colonizzando il campo delle applicazioni civili. Due big come Amazon e Google hanno annunciato promettenti progetti milionari per rivoluzionare il mondo delle consegne, la Disney sta pensando di utilizzarli nei suoi parchi tematici e non mancano gli utilizzi amatoriali.

Rpa (Remotely piloted aircraft), Uav (Unmanned aerial vehicle), Rpv (Remotely piloted vehicle), Roa (Remotely operated aircraft), Uvs (Unmanned vehicle system): molti acronimi diversi ma tutti per indicare lo stesso concetto, un velivolo senza pilota in grado di essere controllato da remoto. C’è chi fa risalire la nascita dei droni al 1849, quando gli austriaci usarono dei palloni caricati di esplosivo per attaccare Venezia. I primi antenati dei droni, per come li conosciamo oggi, risalgono però alla I Guerra Mondiale. Sono del 1916 i prototipi ”Aerial Target” e Hewitt-Sperry (la “bomba volante”), ma la tecnologia è ancora prematura e non si va oltre la sperimentazione. Tra le due grandi guerre, però, continua la ricerca (soprattutto dietro la spinta militare) e con lo scoppiare del secondo conflitto mondiale inizia la produzione in serie dei droni. Anche l’Italia tentò di sviluppare la tecnologia, a partire dal 1940 con Ferdinando Raffaelli, l’ingegnere e ufficiale della Regia Aeronautica, ma il prototipo ebbe una carriera breve. Durante la Guerra Fredda e del Vietnam lo sviluppo tecnologico permette di raggiungere un elevato livello qualitativo, portando sul mercato soluzioni sempre più piccole e con caratteristiche tali da poter essere impiegate in innumerevoli scenari operativi di guerra.

Gli anni duemila sono quelli della “svolta” per i droni: la tecnologia avanza rapidamente, i droni diventano sempre più economici e versatili ed iniziano i primi impieghi in ambito civile. Le applicazioni restano comunque di “nicchia”: la sorveglianza aerea delle coltivazioni, l’aerofotogrammetria, le operazioni di ricerca e salvataggio, il controllo di linee elettriche e delle condutture petrolifere o il monitoraggio della fauna selvatica. Il salto all’utilizzo di massa è breve e si avvicina grandi passi. Già nel 2012 negli Usa iniziano i primi utilizzi massivi dei droni ed il dibattito pubblico si accende.

Il 2013 segna la discesa in campo dei Big della Rete. I primi ad annunciare un progetto di sviluppo dei droni per l’e-commerce sono gli uomini di Amazon: è dicembre del 2013 quando viene presentato “Prime Air”. I veicoli sono dei quadricotteri e Amazon ne pensa un utilizzo per la consegna di pacchetti di peso inferiore o pari a 2,3 Kg entro un raggio di dieci miglia recapitando gli oggetti trenta minuti dopo l’acquisto online. “Sembra fantascienza ma tra qualche tempo vedere i velivoli di Prime Air sorvolare i cieli sarà normale”, ha spiegato un raggiante Jeff Bezos (fondatore di Amazon) durante il lancio. Evidentemente anche a Mountain View devono pensarla allo stesso modo, perché è di poche settimane fa l’annuncio del progetto “Project Wing” (la risposta di BigG ad Amazon). L’era dei droni è iniziata, anche se dal suo blog Google avverte che “ci vorranno anni per sviluppare un servizio con più veicoli in grado di effettuare più consegne al giorno”.