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Indagine sul tempo in pittura. A Palazzo Dosi la mostra di Guillaume Rossigno

Da venerdì 29 settembre a domenica 29 ottobre sarà allestita presso le sale espositive di Palazzo Dosi-Delfini la mostra “Oltre il tempo” di Guillaume Rossignol

Da venerdì 29 settembre a domenica 29 ottobre sarà allestita presso le sale espositive di Palazzo Dosi-Delfini la mostra “Oltre il tempo” di Guillaume Rossignol. I visitatori troveranno una serie di circa 25 opere pittoriche (paesaggi e figure) che indagano il modo di percepire il tempo: la stessa realizzazione delle opere, alcune delle quali ha richiesto oltre venti anni di lavoro, è proprio una riflessione sul rapporto tra l’artista e la dimensione temporale odierna, accelerata, tanto da privare la creazione artistica di un elemento fondamentale. Le scene ritratte da Rossignol, temporali ed ipnotiche, invitano l’osservatore a cercare una risposta introspettiva e a intuire che vi è molto altro oltre il tempo.

Come scrive Mario Dal Bello nel suo testo Il viaggio nell’essenziale di Guillaume Rossignol: «Il suo è un linguaggio pieno, denso, allusivo. Alberi, vallate, ritratti: sono visioni o esplorazioni? Sono entrambe le cose e molto di più. Sono visione, incantamento, viaggio nell’essenziale, fascino del mistero. Nel meraviglioso albero d’ulivo che si sfrange e quasi si liquefà al vento notiamo la pittura di macchia, acquerellata che dissolve le forme per cavarne l’essenziale. Nei ritratti che emergono dall’ombra oppure da un disegno ombreggiato cogliamo l’umanità. Nelle mani di Guillaume o meglio nel suo pennello cogliamo di fatto una autentica spiritualità della natura, nel senso che Rossignol individua la corrente vitale che attraversa la creazione – uomini e donne compresi -e la eleva trasfigurandola nella luce. Di qui la morbidezza densa nel modellato dei visi ma anche nei panorami che fa ricordare – non a caso – il mondo di Giorgione. Al grande pittore veneto Rossignol si avvicina per la delicatezza, l’amore per le tinte sfumate, il senso di qualcosa che va oltre il tempo. È un incantamento quest’arte che sembra nutrirsi di infinito, e di musica. E suscita ammirazione la scelta di vivere lontano dal frastuono cittadino o della celebrità – anche se le sue opere sono in giro per il mondo – per concentrarsi su quella parola che forse esprime al meglio chi sia Guillaume: poesia».

Nato a Parigi nel 1971, Guillaume Rossignol inizia a dipingere all’età di 17 anni, quando rimane colpito dalla potenza espressiva di un autoritratto di Van Gogh. Frequenta i Cours du soir presso la Ville de Paris, dove studia disegno con il pittore Remi Aron. È in questo periodo che inizia a dipingere paesaggi, ispirato dalla campagna circostante la capitale francese. Il suo lavoro, inizialmente segnato nel profondo dall’Impressionismo, viene in seguito influenzato dalle opere di Matisse, Picasso e dalle avanguardie del Novecento. Durante un viaggio a Firenze, gli affreschi di Masaccio rappresentano per lui una nuova rivelazione. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studierà per due anni, per approfondire le opere del primo Rinascimento italiano. In Toscana frequenta anche il mondo del restauro, che gli permette di comprendere meglio le possibilità e i limiti delle diverse tecniche pittoriche. Di ritorno in Francia svolge il suo servizio militare come obiettore di coscienza nelle comunità Emmaus fondate dall’Abbé Pierre. Trascorre un anno a Budapest, dove studia l’Anatomia artistica con il maestro Kiss Tibor presso l’Accademia di belle Arti. Successivamente frequenta i corsi di morfologia di Jean-François Debord all’École des beaux-arts di Parigi. In Francia inizia una serie di quadri a cui lavorerà per oltre vent’anni. Nel 2005 si trasferisce in Sabina, dove attualmente vive con la sua famiglia. I suoi lavori sono presenti in Europa e negli Stati Uniti.