Lavoro

Inaugurato lo stabilimento Imr Industries: continuità per i lavoratori ex Lombardini

Taglio del nastro e un giro nello stabilimento che sta iniziando la fase di reindustrializzazione. Si è svolta così la mattinata alla Imr Industries, in quella che fino a poco tempo fa era la sede della Lombardini

Taglio del nastro e un giro nello stabilimento che sta iniziando la fase di reindustrializzazione. Si è svolta così la mattinata alla Imr Industries, in quella che fino a poco tempo fa era la sede della Lombardini. Dopo un duro periodo di incertezze, fino al rischio del licenziamento, l’orizzonte per i lavoratori del sito produttivo reatino torna dunque ad essere più sereno. Erano fermi da diversi mesi dopo che l’azienda di Reggio Emilia aveva deciso di chiudere i battenti alla fine dello scorso anno. Ora tornano a lavoro oppure sono in formazione per nuove manzioni.

Alla giornata inaugurale del 19 luglio, hanno affiancato la proprietà e i primi operai rientrati in servizio i rappresentanti istituzionali e il vescovo Domenico, accompagnato dal direttore dell’Ufficio diocesano Problemi Sociali e Lavoro, don Valerio Shango.

A tagliare il nastro per il gruppo industriale è stato Silvano Galmarini, simbolicamente affiancato da mons Pompili e dal sindaco Daniele Sinibaldi. «Ringrazio per quello che ognuno di voi ha messo in questa operazione», ha detto Galmarini. «Uno dei motivi di questa operazione è quello di far rientrare, dove si può, un po’ del lavoro che abbiamo in Polonia. Ci vorrà qualche di tempo ma piano piano lo stabilimento si riempirà di lavoro».

Il gruppo lombardo Imr, di proprietà della famiglia Galmarini, opera nel settore dell’automotive con clienti importanti come Alfa Romeo e Maserati e in questa direzione sta convertendo l’opificio reatino, anche provvedendo alla formazione dei lavoratori, che – ha ricordato l’assessore regionale Claudio Di Berardino – si è impegnato a riassumere. Anche perché, come sottolineato dal sindaco Sinibaldi, si tratta di «maestranze importanti e di grande esperienza». Da parte sua l’onorevole Paolo Trancassini ha messo l’accento sul «segnale in controtendenza che ribadisce la centralità del lavoro e delle nostre aziende», mentre l’onorevole Maurizio Lupi si è soffermato sulla dignità del lavoro come «forza di un territorio che guarda al futuro».

Impartendo la benedizione ai presenti il vescovo Domenico ha paragonato il lavoro a una casa che deve avere fondamenta profonde, «perché diversamente rischia, come sembrava, di essere spazzato via. Fortunatamente – ha aggiunto – Imr fa sì che questa realtà produttiva possa, attraverso una sorta di trasformazione, continuare con nuove prospettive».

Al termine della breve cerimonia don Domenico si è soffermato con i lavoratori, che dopo aver vissuto il tempo di passaggio dalla vecchia alla nuova proprietà con comprensibile incertezza, oggi vedono la possibilità di dare continuità alla loro esperienza. «Il 23 dicembre abbiamo siglato l’accordo, il contratto è rimasto uguale», spiegano. E se davvero è cambiato poco, si può solo migliorare.