Cristiani ortodossi

Inaugurata la chiesa dei cristiani ortodossi romeni

È stata inaugurata a Campoloniano la nuova chiesa cristiana ortodossa della comunità romena, dedicata a san Giuseppe il Nuovo di Partose e a Santa Barbara

Per ora solo un rito di benedizione, perché la consacrazione vera e propria avverrà quando tutto sarà al completo e sarà pronto l’altare definitivo in muratura. Ma già l’iconostasi è pronta, pur se provvisoriamente decorata con stampe e non con vere icone. E l’aula liturgica della comunità degli ortodossi romeni di stanza a Rieti è pronta ad accogliere, nei prossimi giorni, le celebrazioni della Settimana Santa (secondo il calendario giuliano – che la Chiesa ortodossa romena, con tutta la cristianità orientale, segue per la Pasqua, mentre per il Natale segue quello gregoriano – la ricorrenza pasquale arriva infatti quest’anno sfalsata di quattro settimane rispetto alla data “latina”).

Qualcosa c’è dunque ancora da mettere a punto. Ma per queste celebrazioni pasquali i romeni di fede ortodossa che a Rieti costituiscono la parrocchia guidata da padre Constantin Holban avranno finalmente la possibilità di celebrare in un proprio luogo di culto: quello realizzato, a tempo di record, dalle loro stesse mani operose nel terreno donato dal Comune nel quartiere Campoloniano. Poco più di un anno è trascorso dalla posa della prima pietra, in quell’area a pochi metri dal cortile della casa Buon Pastore e a poca distanza dalla locale parrocchia cattolica di San Giovanni Battista. E come era giunto a Rieti per quella cerimonia, così è tornato, a benedire la chiesa sostanzialmente terminata, il vescovo che guida la diocesi italiana della Chiesa Ortodossa Romena, l’eparca Siluan Span.

Affiancato da altri sacerdoti, ha celebrato lui, nella sublime solennità tipica dei riti orientali, l’atto con cui si è invocata la benedizione di Dio su questo santo luogo edificato completamente in legno, secondo l’uso di diverse regioni della Romania. A salutare questo atteso momento, diversi fedeli della comunità che raggruppa tanti immigrati romeni che vivono nel reatino, qui come nel resto d’Italia la più numerosa comunità straniera, molti dei quali di fede cristiana ortodossa. Ma c’erano anche i rappresentanti della comunità cattolica, nella quale sin dall’inizio la confessione cristiana sorella ha trovato fraterna accoglienza e aiuto: in testa il vescovo Domenico Pompili, e con lui il vice parroco del quartiere don Roberto D’Ammando, il responsabile dell’ufficio diocesano che si occupa dell’ecumenismo don Marco Tarquini, che da parroco di Sant’Agostino ha accolto la comunità nella chiesetta della Madonna dell’Orto, ricevuta in prestito dopo il sisma che aveva reso inagibile Santa Lucia, precedentemente utilizzata, e il diacono Nazzareno Iacopini che al tempo affiancava il compianto don Luigi Bardotti che li aveva accolti nell’antica chiesa già monastica a Fiume de’ Nobili.

Presente anche il sindaco Antonio Cicchetti, al quale padre Costantin, al termine del rito, ha dato la parola. Il primo cittadino ha sottolineato come l’amministrazione comunale abbia a cuore l’integrazione delle diverse comunità e il favorire l’esercizio del culto. E monsignor Pompili ha ribadito l’anelito all’unità che, pur nella perdurante divisione, lega le due comunità sorelle in Cristo, di cui è segno anche la grande devozione verso santa Barbara, patrona di Rieti e assai venerata nella cristianità orientale: a lei, con il titolo di “megalomartire”, assieme al santo vescovo Giuseppe il Nuovo di Partos, questa nuova chiesa ortodossa è intitolata.