Il vescovo: le parrocchie procedono perché c’è tanta gente che fa senza metterci la firma

«La nostra talvolta è una società immatura. Perché molti ancor prima ancora di fare vogliono piantare la bandierina. Ancor prima di realizzare qualcosa già fanno un comunicato stampa, ancor prima di essere veramente a disposizione degli altri già decantano quello che avrebbero fatto».

Sono riflessioni a margine della meditazione sulla Prima lettera ai Corinzi proposte dal vescovo Domenico durante la liturgia celebrata domenica 31 gennaio a Villa Reatina nella Parrocchia di San Giovanni Bosco.

«Gesù è di un altra pasta» ha aggiunto il presule: «“non sappia la tua sinistra cosa fa la tua destra”. Non state sempre a gloriarvi: “ho fatto questo e quest’altro”. Perché l’amore è discreto, è semplicemente quello che è, perfino con pudore, con quel riserbo che ci impedisce di suonare la fanfara».

Se la vita va avanti, se le comunità parrocchiali nonostante arranchino, procedono, è perché c’è tanta gente che fa senza metterci la firma. L’amore ha questa caratteristica di non voler rivendicare la proprietà, arrivando fino al punto di dimenticare perfino a se stessi quello che si è fatto. L’amore è maturo quando non si contabilizza più ciò che si è fatto, non si traduce in una lista della spesa.

«Quanto siamo ridicoli quando facciamo la lista delle nostre eroiche prodezze!» ha concluso mons. Pompili. «L’amore è discreto. Ha una forma di pudore che dobbiamo assolutamente preservare perché questa è la sua autenticità».