Il vescovo Domenico a Leonessa per la festa di Santa Lucia

Il ricordo spirituale della santa vergine e martire Lucia, colpisce ancora profondamente le anime di coloro che cercano in lei un aiuto per salvaguardare la bellezza della vista.

Ma la circostanza della Santa di Siracusa ha dato spunto al nostro vescovo mons. Domenico Pompili per approfondire il tema della luce: “Alcune figure, nel corso della storia, hanno illuminato il percorso umano e spirituale più che ogni altra cosa. Una di queste figure è certamente – secondo il presule – santa Lucia che seppe portare a termine la chiamata di Dio con il dono del martirio”.

Figura che si colloca all’interno della Chiesa proprio in un tempo di buio storico come quelle delle persecuzioni ad opera di Diocleziano. “Raccontando la parabola dei due figli a cui è chiesto dal padre di andare nella vigna a lavorare e con la risposta diversa di entrambi con conseguente azione – «“Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non andò» -, Gesù ci vuole indicare che l’importante è affermare con la bocca ciò che poi è seguito dal gesto volontario dell’uomo. Il sì proferito con la bocca deve diventare il sì nell’agire”.

Al termine della concelebrazione (hanno assistito il vescovo padre Orazio Renzetti, parroco di Leonessa e padre Anavio Pendenza, parroco di San Massimo di Ville del Piano), il vescovo ha benedetto gli «occhietti di santa Lucia», biscotti di pasta semplice con al centro una goccia di cioccolato che, collocati in alcuni cesti ai piedi della statua della santa di Siracusa, sono stati poi distribuiti ai presenti e successivamente portati ai malati nelle case. Questi biscotti venivano donati a chi partecipava alla celebrazione eucaristica di questo giorno, dalle clarisse che risiedevano nel monastero di San Giovanni Evangelista fino al 2002. Preparati con cura, imbustati e accompagnati da una preghiera in onore della Santa, segnavano per il popolo leonessano una tradizione che serviva a rinsaldare la fede in Dio e l’amore verso quelle sorelle che, nel silenzio del chiostro, con la preghiera nutrivano le anime dei fedeli che ad esse si rivolgevano.

Da tre anni il parroco di Leonessa, con l’aiuto di alcune donne del paese, ha voluto riprendere questa iniziativa che rievoca nel popolo, attraverso il ricordo, un momento emozionante che creava unione e felicità con le monache di allora.