Comunità Laudato si'

Il vescovo apre il Forum delle Comunità Laudato si’: occasione, «per fare il punto su un’esperienza, nata proprio qui ad Amatrice, nel contesto di una terra ferita»

È monsignor Pompili a rivolgere per primo il saluto ai partecipanti al secondo forum delle Comunità Laudato si’ incentrato quest'anno sul tema dell'Amazzonia

È monsignor Pompili a rivolgere per primo il saluto ai partecipanti al secondo forum delle Comunità Laudato si’: un’occasione, dice il vescovo Domenico, «per fare il punto su un’esperienza, nata proprio qui ad Amatrice, nel contesto di una terra ferita».

Chiaro l’obiettivo, dice monsignore: «ricucire lo strappo che si è operato tra l’umanità e la madre-terra; tentare di colmare il gap tra la comune dipendenza dalla terra e la consapevolezza di questo legame vitale». Perché quella dinanzi alla quale ci troviamo oggi è una crisi non solo ecologica ma, precisa il vescovo, «al tempo stesso anche spirituale, cioè l’effetto di una desertificazione interiore prima che esteriore».

La mobilitazione che Chiesa reatina e Sloow Food, proponendo le Comunità, ispirata all’enciclica di papa Francesco, che, ricorda don Domenico, «non è genericamente un manifesto verde, ma una proposta di etica sociale», vede al momento una quarantina di Comunità costituitesi, da nord a sud d’Italia (Pompili le cita: Torino, Cuneo, Asti, Novara, Mantova, Milano, Varese, pavia, Treviso, Vicenza, Padova, Rieti, Roma, Foggia, Ragusa, Agrigento, Trapani e Caltanissetta) e altre in via di costituzione anche all’estero, come in Brasile:.

Il tema di questo secondo forum vuole «lasciarsi provocare dal prossimo Sinodo panamazzonico per imparare un metodo che dobbiamo applicare ciascuno ai propri territori certamente più ristretti: vedere, giudicare, agire», continua Pompili, che torna a ribadire il senso del legame tra questo progetto e Amatrice, «simbolo di una ferita che tarda a rimarginarsi per la lentezza esasperante della macchina statale, per la mancata assunzione di responsabilità di tanti, per la pervasiva smobilitazione del tessuto sociale». E dunque le Comunità Laudato si’ «nascono tenendo fisso lo sguardo su questo lembo di Appennino che rischia di essere dimenticato, ma è pur sempre la spina dorsale dell’Italia».

Di qui il progetto dell’edificazione della Casa del futuro presso l’area del Don Minozzi, il cui progetto firmato dall’architetto Boeri e presentato lo scorso anno proprio durante il primo forum delle Comunità, «viaggia verso la completa approvazione».

Il saluto del presule si conclude con il ringraziamento ai relatori, ai membri delle Comunità e «a quelli che ci accompagnano da sempre, in particolare Caritas italiana nella persona del dottor Pietrobon e Caritas ambrosiana rappresentata da Gualzetti e salutare gli amici del progetto Policoro, col direttore dell’ufficio nazionale della CEi della pastorale sociale, don Bruno».