«Un modo per camminare sulle acque della sofferenza, dell’abbandono, del disagio sociale è stato nel corso dei secoli la Misericordia: una forma concreta, gratuita, e non per fare proselitismo, che è diventata strada facendo qualcosa di sempre più rilevante».
Lo ha detto il vescovo Domenico Pompili sabato 9 gennaio a Cittaducale, durante la Messa che ha preceduto la benedizione della nuova sede in piazza del popolo della Confraternita di Misericordia di Rieti nei locali della parrocchia, e della nuova ambulanza acquistata dall’associazione.
«Io – ha aggiunto mons. Pompili – vorrei che oggi, mentre benediciamo questo mezzo di soccorso, in qualche modo rinnoviamo questo impegno a che l’amore sia per noi la strada da percorrere. Perché se Dio è amore, solo chi sta nell’amore finisce per incontrarlo».
«E allora – ha detto rivolgendosi ai confratelli della Misericordia – vorrei raccomandarvi queste tre qualità dell’amore.
L’amore è concreto come un’ambulanza
«L’amore è concreto, non fa grandi discorsi: “i problemi, la società, il mondo”. No, l’amore è concreto come un’ambulanza che nel momento più impensato sbroglia una matassa complicata. Dobbiamo tornare a questa concretezza dell’agire per amore senza lasciarci inebetire dalla complessità dei problemi, che spesso ci impedisce di muovere un dito, di alzarci dalla sedia. Ognuno può fare la differenza se l’amore è concreto come è concreto l’amore della mamma o delle persone che ci vogliono bene».
L’amore è gratuito come quello della mamma
«L’amore è poi gratuito. Queste forme di volontariato non debbono essere delle forme di rendita, non debbono servire ad accreditarci, devono servire unicamente allo scopo. E lo scopo è quello di essere utili a qualcuno per qualcosa. La gratuità presuppone allora una grande libertà interiore, perché queste forme della misericordia non possono mai trasformarsi in un centro di potere, assumere una finalità diversa da quella per cui nascono. Perché l’amore è gratuito».
L’amore è disinteressato e per questo libero
«L’ultima qualità è che l’amore non fa proselitismo. Non è un modo per dire: “guardate come siamo bravi, perciò diventate credenti”. Dio non ci forza mai, ma è proprio questa libertà dell’amore che seduce. Dio fa piovere sui buoni e sui cattivi, giusti e sugli ingiusti, e allora è questo il premio che dobbiamo cercare di trovare quando camminiamo senza paura sulla via dell’amore, che è la via di Dio. Occorre ricordarci (diceva qualcuno) che quando ami non è detto che tu debba dire: “sono ormai con Dio”; ma piuttosto dire: “Dio è nel mio cuore”».
La Messa si è conclusa – seguendo il suggerimento del parroco padre Mariano Pappalardo – all’esterno della Cattedrale, come segno giubilare di una “Chiesa in uscita”.
Foto di Massimo Renzi.
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