Il Sottosviluppo insostenibile e lo Sviluppo integrale

Una discussione pacata e tranquilla, ma assai approfondita ed ampia, attentamente seguita, e un buon successo di pubblico sono arrisi alla presentazione del libro di Luigi Conti, “Il sottosviluppo insostenibile” avvenuta innanzi a molte persone interessate al tema, quello della bioetica, e ad un numeroso gruppo di giovani universitari, che ne sono rimasti favorevolmente colpiti.

Il luogo dell’incontro, rivelatosi assai confacente, è stato quello dell’aula magna della biblioteca comunale di Contigliano, una vera e propria sorpresa per la bellezza, l’ampiezza e la modernità dei locali, per l’organizzazione e la ricchezza dei volumi custoditi (oltre 11 mila, da Valentina Laureti), tra cui la preziosa collezione donata dall’avv. Pietro Aleandri costituita da un patrimonio documentario che spazia su diversi argomenti e tra questi alcuni attinenti ai temi della conferenza quale il diritto, l’economia, la politica, la filosofia, la religione, la teologia.

In apertura il sindaco Angelo Toni ha accolto e salutato gli ospiti, molti giunti da Rieti, illustrando rapidamente i fini che il Comune si è prefissato potenziando e attivando il proprio sito bibliotecario, volendone fare un punto di aggregazione, specie giovanile, e di civile frequentazione, di incontri e di dibattiti. Gli ha fatto seguito il consigliere regionale Daniele Mitolo, puntualizzando le prospettive che la Regione Lazio si è proposta per sviluppare il servizio bibliotecario laziale e per considerare molto da vicino le politiche dello sviluppo, preservandole da ideologismi e condizionamenti ideologici. È stato pure presente Roberto Giocondi, già vice presidente della provincia di Rieti.

Luigi Conti ha illustrato il perché del suo libro, una vera improvvisata nel panorama della pubblicistica provinciale, scaturito dall’aver terminato proprio alcuni mesi fa gli studi della sua seconda laurea in bioetica e quindi dal bisogno di dare una risposta alle sollecitazioni derivate dall’approfondimento di alcuni aspetti di essa, attraverso una ricerca più ampia. L’altro ospite dell’incontro è stato il prof. Gianfranco Formichetti, che ha dichiarato di grande interesse il libro, «certamente degno di essere conosciuto a livello almeno nazionale per le novità e la serietà delle indagini compiute e per le conclusioni a cui Conti è giunto». Queste riguardano gli errori previsionali ormai dimostratisi palesi di quella corrente della bioetica che si caratterizza per le posizioni cosiddette catastrofiste e che volgono, più che ad informare seriamente, a terrorizzare l’opinione pubblica.

La conclusione a cui è giunto Conti è quella che sta nelle ultime pagine del suo libro e che è riflessa in poche righe con prospettive positive: «Lo sviluppo di domani potrà essere durevole o sostenibile solo se sarà sviluppo umano integrale, sviluppo di tutto l’uomo, niente escluso, sviluppo di tutti gli uomini, nessuno escluso. Per questo è importante che i paesi più progrediti s’impegnino per lo sviluppo di quelli più poveri, senza approfittare della loro posizione, come spesso è successo, per vincolare gli aiuti a scelte politiche ed economiche poco conformi alla libertà dei popoli e alla dignità della persona umana».

Poco prima, l’autore di “Il Sottosviluppo sostenibile” aveva raccontato una specie di emblematico apologo, che però, non è una favola. «Esiste nel mondo un paese che nel 1964 vantava una ricchezza pari alla metà di quella dello Zambia, nessuna industria, né un km. di autostrade, densità di popolazione altissima, un’economia agricola da fame e in condizioni pessime. La prima missione della Banca Mondiale in questo paese nel 1961 – di cui Conti cela ancora il nome per incuriosire maggiormente il lettore –, fornì previsioni pessimistiche sulla realizzabilità degli ambiziosi piani di sviluppo del governo locale. Oggi questo paese è tra i primi venti del pianeta, esporta le sue automobili in tutto il mondo e la sua raffinatissima elettronica è forse seconda solo a quella degli Stati Uniti, ha organizzato un’ Olimpiade e un mondiale di calcio, e alle recenti Olimpiadi ha conquistato 13 medaglie d’oro (solo USA, Cina, Russia e GB. hanno fatto meglio). Soprattutto è 27 volte più ricco dello Zambia e la fame è un ricordo. C’è un altro paese del mondo, che negli anni ’90 ha visto il suo PIL pro capite scendere da 991 dollari a 457 dollari, l’aspettativa di vita scendere da 73,2 anni a 66,8, la mortalità infantile che in tutto il mondo è scesa, sale da 27 a 48 per mille nati. La percentuale della popolazione con accesso all’acqua pulita è diminuita dal’86 al 53 per cento, mentre la copertura delle vaccinazioni per i bambini passava dal 90% del 1990 al 57% del 1997. Questi due paesi hanno lo stesso nome, Corea, e dividono lo stesso popolo e la stessa terra, quel che cambia è il modo di governare l’economia. L’una ha avuto un governo democratico, confini aperti al libero scambio internazionale, libera stampa e libero transito di capitali, l’altra ha avuto solo il nome di “repubblica popolare democratica”, un’economia diretta dallo stato, autarchia, orgoglio nazionalista, frontiere chiuse ed uno stretto controllo sugli scambi».

Dunque, tutto sta all’uomo, ai governi dell’uomo ed alla consapevolezza della loro responsabilità. Questa, nella visione cristiana del mondo, assegna all’uomo un compito che oggi molti vogliono rivoluzionare, ma che è, invece, eterno ed è scritto nell’universo e nel suo cuore. L’uomo, per volontà divina, è il custode del creato e di sé stesso, «perché – conclude Conti – anche quel sé stesso è creato».

One thought on “Il Sottosviluppo insostenibile e lo Sviluppo integrale”

  1. Luigi Conti

    Anche qui come altrove il titolo del libro è sbagliato, quello giusto è : il sottosviluppo insostenibile
    Grazie a tutti

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