Covid

Il sacrificio delle religiose italiane: suore più anziane decimate dal virus

L’età media avanzata, la salute già precaria, il contagio entrato nelle case di riposo delle congregazioni: sono i fattori che hanno sinora determinato numerosi casi di morti plurime

Ventisei suore morte per gli effetti del Covid nel giro di pochi giorni, e in sole due comunità, tra Romagna e Friuli: è uno dei numerosi episodi drammatici che purtroppo si sono registrati in molte case di religiose in Italia nei dieci mesi di pandemia, con un bilancio complessivo che è ancora difficilmente calcolabile ma che potrebbe superare quello già pesante dei sacerdoti diocesani (giunti a 204 vittime del virus, tra parrocchie e case del clero).

A pesare in modo decisivo sulla letalità dei contagi è l’età media delle suore ormai elevata, che si combina con la necessità di collocare per ragioni anagrafiche e di salute molte religiose in case di riposo delle stesse congregazioni, dove sono accudite da consorelle più giovani e da personale specializzato. Si è realizzato così un effetto simile a quello registrato nelle Rsa: la positività di una suora si propaga alle altre, con l’età e la salute già precaria a complicare tutto. Ma c’è un elemento ulteriore che rende ancora più commovente quel che stiamo registrando nella vita consacrata femminile sfidata dal Covid: ed è la fedeltà delle suore al loro carisma comunitario, che le vede vivere le une accanto alle altre, sorelle sempre insieme, consumando la quotidianità di una missione che si realizza solo attraverso la condivisione.

Quello che è un punto di forza della vita religiosa diventa ora il principale motivo di vulnerabilità, perché il Covid usa la prossimità come un volano per propagarsi. Si spiegano così notizie come quelle che riferiamo oggi, davanti alle quali però – come già in passato – scegliamo, una volta riferiti i fatti, di rendere anzitutto omaggio alla donazione fedele e totale di queste religiose (e delle consorelle che se ne prendono cura): tutte loro hanno alle spalle una vita spesa donandosi interamente agli altri, molte con una fecondità eccezionale, e anni spesi in modo talora avventuroso. È il bene seminato a piene mani che oggi resta. Ed è motivo di gioia e di gratitudine per tutti anche davanti a episodi tanto tristi. Anzi, specialmente ora.

da avvenire.it