Il Presepe in Cattedrale: le precisazioni della Curia

La stampa locale e nazionale ha dato molto risalto alle polemiche sorte in relazione all’allestimento del Presepe in Cattedrale.

Dispiacciono i toni denigratori e stigmatizzanti rivolti a Monsignor Lucarelli sia da parte di persone che non si sono adeguatamente informate, sia da parte di coloro che, pur essendo informate, hanno preferito cavalcare l’onda lunga della «gogna mediatica», così come i tentativi di mettere in ridicolo o banalizzare l’avvenuta realizzazione del presepio al Centro della Cattedrale.

Una realizzazione non monumentale, come è avvenuto per gli anni passati, nella storica posizione della cappella laterale di Santa Caterina.

L’interessamento di giornalisti di livello nazionale è stato favorito da coloro che hanno colto la ghiotta occasione tramite un’abile strumentalizzazione, forse resa agevole da una illustrazione mediata e sintetica delle ragioni di una scelta della forma del Presepio, per attaccare la persona del Vescovo e l’istituzione ecclesiale, facendo rimbalzare la notizia sui blog personali dei giornalisti stessi e sulle pagine di Facebook, non si può che ritenere per motivi non attinenti al Presepe (tanto che la notizia inesatta, stigmatizzata e commentata sulle testate nazionali sarebbe stata che il Presepe “scompariva dalla Cattedrale di Rieti per ragioni di sobrietà”) .

Oltre all’evidente inesattezza della “notizia”, si è taciuto il fatto che Monsignor Lucarelli si sia recato, la notte di Natale, a celebrare la Messa a Greccio, il luogo dove nacque il primo Presepe, come fa da quando è a Rieti.

A riprova del suo apprezzamento per la rappresentazione anche artistica della Natività, oltre che dell’efficacia pastorale e catechetica, ha voluto che fosse ospitata sotto gli Archi del Vescovado una mostra di oltre venti Presepi in prossimità del Natale, preparati da diverse Scuole (primarie e medie).

Con l’occasione, si ribadisce, oltre alle contingenze logistiche, la vera finalità che ha indotto i responsabili ad optare per una forma più semplice di Presepe: la presenza del “Mistero” della Natività nei pressi del presbiterio per favorire lo stretto legame tra Parola ed evento.

Quanto attribuito dalle illustri firme che si sono occupate della vicenda non corrisponde certo né alle intenzione né alla condotta del Vescovo, ma soprattutto né ai fatti come realmente accaduti.

Probabilmente le attenzioni sono piovute in esito ad una illustrazione di una apprezzata erudita redattrice dell’articolo apparso su «Frontiera» che nella semplificazione di ragioni e letture della medesima, ha fatto sì che si aprisse un dibattito sulla sacralità della rappresentazione natalizia del presepe e sulla religiosità popolare, ma di certo non sul pensiero di S.E. il Vescovo in proposito.

Chi ha fornito notizie, “i bene informati” – come alcuni giornali hanno scritto – lo ha fatto fornendo personali letture, senza approfondire il pensiero e le ragioni della vicenda.

L’auspicio che in futuro migliori l’approfondimento dei fatti prima di formulare pensieri tanto eruditi quanto non attinenti al caso specifico.

5 thoughts on “Il Presepe in Cattedrale: le precisazioni della Curia”

  1. Giulietta Modesti

    Mi spiace dirlo ma più scrivete più è peggio.Dopo l’idea del presepe minimale e dopo aver affidato alla Professoressa Tozzi l’ingrato compito di spiegarci le motivazioni del pensiero di S.E. il Vescovo in proposito,dopo aver peggiorato via via la situazione con le risposte date ai commenti dei vari articoli ora vi proclamate vittime di ” un’abile strumentalizzazione ….per attaccare la persona del Vescovo e l’istituzione ecclesiale” e scaricate dove potete la colpa:”Probabilmente le attenzioni sono piovute in esito ad una illustrazione di una apprezzata erudita redattrice dell’articolo apparso su «Frontiera» che nella semplificazione di ragioni e letture della medesima, ha fatto sì che si aprisse un dibattito sulla sacralità della rappresentazione natalizia del presepe e sulla religiosità popolare, ma di certo non sul pensiero di S.E. il Vescovo in proposito” .
    Non scrivo per fare polemiche ma solo perchè profondamente rattristata da tutta questa storia.

  2. Mario Bartolomucci

    Dopo aver contestato l’articolo della dott.ssa Tozzi con ben due post, mi vedo costretto, comunque, ad esprimele la mia simpatia dopo quanto successo.
    Mi pare sia stata lasciata sola e praticamente smentita. Ho personalmente ritenuto che la Professoressa esprimesse nel Suo articolo un indirizzo chiaro, irrevocabile e condiviso, insomma una decisione presa- per me assolutamente incincepibile-.
    Ma chissa come ho fatto a non capirlo!?
    Professoressa Buon anno!
    Mario Bartolomucci

  3. gianni toffali

    IL BRUTTO AFFARE DELL’ABOLIZIONE DEL PRESEPE A RIETI: ECCO I RETROSCENA TRA DIETROFRONT E MEZZE VERITA’
    La Curia dichiara ”Non è vero che è stato eliminato il presepe”, ma mentono (tentando di fare i furbetti)
    di Riccardo Cascioli
    La nostra denuncia sull’eliminazione del presepe nella cattedrale di Rieti ha avuto una notevole eco nazionale, ma anche una sdegnata reazione della Curia di Rieti che accusa noi giornalisti di avere dato una notizia falsa e strumentalizzato la vicenda chissà per quali interessi. In altre parole – dicono in Curia – non è vero che è stato eliminato il presepe: semplicemente non si è fatto quello storico, tradizionalmente ubicato nella cappella di Santa Caterina ma se ne è proposto un altro, più semplice (un Presepino), sui gradini del presbiterio. E a dimostrazione della nostra cattiva informazione è stata messa su Internet una foto, prova inoppugnabile che il presepe nella cattedrale di Rieti c’è.
    Così anche alcuni lettori de La Bussola Quotidiana ci hanno rimproverato per il cedimento “scandalistico” in cui saremmo caduti. Qualche errore si può sempre fare, è ovvio, ma in questo caso vorremmo rassicurare i nostri lettori che non c’è stato alcun errore o forzatura nella nostra denuncia. C’è invece qualcuno che a Rieti fa il furbetto e cerca di alzare un polverone per coprire le proprie scempiaggini che, però, sono tutte lì scritte e ognuno le può verificare di persona. Peraltro difendersi accusando altri di mancanza di professionalità – e sapendo di mentire – è profondamente disonesto.
    Cerchiamo allora brevemente di chiarire come stanno le cose, e ci perdonerete la pignoleria ma viste le accuse vale la pena spiegarsi bene.
    Allora: la Curia di Rieti, nel comunicato del 2 gennaio, afferma che si è scelta la realizzazione di un presepe più piccolo, essenziale, al posto di quello storico. Per cui ogni polemica è fuori luogo.
    Ma la verità è un’altra: non era previsto alcun presepe, solo dopo le proteste di tanta gente si è deciso – alla viglia di Natale – di correre ai ripari e mettere quattro statue intorno al bambinello che nel progetto originario doveva restare lì da solo sui gradini del presbiterio, illuminato da una luce durante la Messa di mezzanotte.
    Tale progetto, nei termini che abbiamo spiegato, era stato annunciato il 14 dicembre sul sito del settimanale diocesano (Frontiera) con un articolo firmato da Ileana Tozzi, mentre sul numero cartaceo del settimanale che porta la data del 17 dicembre non si fa alcuna menzione del presepe della Cattedrale. Senonché si è levato immediatamente un coro di proteste non solo per la decisione di eliminare il presepe, ma anche per le assurde (e mi limito nel definirle) giustificazioni teologiche e pastorali che si davano, sia nell’articolo in questione sia nelle repliche della direzione del settimanale.
    Eco di tali polemiche si coglie nel numero di Frontiera del 24 dicembre, dove vengono messe a confronto le opinioni di due sacerdoti, uno a favore e uno contro quella che l’articolo principale definisce nel titolo “Una scelta coraggiosa”. E qui possiamo chiederci: ma se la scelta è solo fra due diversi allestimenti del presepe, che coraggio ci vuole?
    Intanto, solo dopo le vibrate proteste della popolazione e di alcuni sacerdoti, con un post del 22 dicembre la direzione di Frontiera annuncia che un presepe ci sarà, anche se ridotto. Ed è infatti alla vigilia di Natale che le statue vengono piazzate sui gradini del presbiterio. Altro che scelta, si tratta di una retromarcia in extremis, che oltretutto si è voluto coprire in modo patetico, cercando di rimettere mano all’articolo originale di Ileana Tozzi, peraltro in modo così maldestro da fare tenerezza. Tra l’1 e il 2 gennaio infatti si è provveduto a cambiare il titolo che è diventato “Un presepe diverso in cattedrale. Un segno di sobrietà” (non provate a dire che non è vero: ho copia stampata del titolo originale). Peccato che l’articolo cominci invece ancora così: “Una scelta di sobrietà, un segno tangibile di condivisione, un richiamo ai valori più intimi del Santo Natale: tutto questo è sotteso al mancato allestimento del presepe in cattedrale”. Non del presepe storico, ma del presepe.
    Poi sono state inserite le foto del presepe attualmente visibile in cattedrale, che come si può vedere nelle foto 2 e 3 consta di poche figure. Ma la foto 1, più grande, proprio sotto il titolo, mostra un presepe molto più ricco che però non è quello allestito in fretta e furia in cattedrale. Una piccola furbizia.
    Più avanti nell’articolo invece, dove la Tozzi spiega che ci sarà soltanto il Bambinello sui gradini del presbiterio, non potendo cambiare il testo (si rischia la denuncia) è stata inserita una nota del redattore che dice testualmente così: “L’articolo è stato redatto prima dell’allestimento del presepe e l’autrice non poteva prevedere esattamente attraverso quali scelte gli allestitori avrebbero interpretato la volontà del vescovo”. Dunque, Ileana Tozzi, il 14 dicembre – quando in tutte le chiese del mondo i presepi sono già allestiti da tempo – non sapeva cosa aveva in serbo il vescovo, che evidentemente – questo ci fa capire la nota – deve essere un buontempone che ama fare i presepi a sorpresa alla viglia di Natale. Peraltro bisogna dire che anche il direttore di Frontiera era all’oscuro di quanto andava pfreparando il vescovo, altrimenti non avrebbe pubblicato un simile articolo, visto che la responsabilità di tutto quanto si pubblica è la sua. In realtà se si rilegge l’articolo della Tozzi, dalla descrizione puntuale dei particolari si ha invece la precisa sensazione che sia bene al corrente di tutto.
    E a questo punto ci si permetta un moto di simpatia e umana solidarietà (lo dico senza ironia) per la povera Ileana Tozzi, su cui settimanale e Curia – in modo decisamente poco elegante, per non dire altro – hanno deciso di far ricadere tutte le responsabilità e abbandonare al suo destino, per salvare la propria faccia. Al punto che ormai tutti si saranno chiesti: ma chi è Ileana Tozzi? Secondo un articolo del 31 dicembre firmato da David Fabrizi “esprime idee personali” come qualsiasi altro redattore. Per la Curia vescovile, invece, si tratta di una “apprezzata erudita redattrice”, che però nell’occasione si è lasciata andare a una “semplificazione di ragioni e letture”.
    Speriamo allora di non fare una cattiva sorpresa ai rappresentanti della Curia reatina se riveliamo loro che Ileana Tozzi non è una passante che si è impadronita di un computer nella redazione di Frontiera per scrivere quello che le passava per la mente. Essa è invece una stimata professoressa, esperta d’arte, al punto che l’attuale vescovo, mons. Delio Lucarelli, l’ha voluta personalmente come direttore del Museo diocesano fin dal 2006 dopo che egli stesso ne aveva voluto l’ingrandimento e la valorizzazione. Sta scritto sul sito della Curia, dove c’è anche che la professoressa Tozzi è inoltre responsabile diocesana dei Beni culturali ecclesiastici. E’ dunque persona bene al dentro della Curia e più che titolata a spiegare le scelte del vescovo in materia. Perché tentare di prenderci in giro?

    Fonte: La Bussola Quotidiana, 04/01/2012
    Pubblicato su BASTABUGIE n.227

    1. rita giovannelli

      Desidero far presente, ne sono testimone oculare, che in data 13 dicembre, data di stesura dell’articolo seguente, sollecitato dalla popolazione reatina alla redazione del giornale con numerosissime telefonate, nulla era stato allestito in cattedrale che facesse pensare ad un presepe. In quel pomeriggio ho raccolto le testimonianze che leggerete di seguito. Grazie per l’attenzione.

      PRESEPE IN CATTEDRALE

      “Lu peggio a scorticà è sempre la coa”, dice un adagio popolare e mai fu così profetico come in questo ultimi giorni del 2011 per il nostro vescovo, monsignor Delio Lucarelli. Non si sono infatti ancora placate le polemiche con il parroco di Cittaducale e le conseguenti proteste della popolazione, che altre castagne bollenti cuociono sul fuoco della contestazione. Motivo di mugugni questa volta è il mancato allestimento del presepe in cattedrale. Nella monumentale chiesa non ci sono segni di preparazione, nulla si muove è questo fatto ha iniziato a preoccupare molti fedeli. Qualcuno è certo: il presepe quest’anno non si farà! La decisione dicono i più informati è stata presa dal vescovo in persona. Ma quali sono le motivazioni? Perché, si chiedono in molti, nella terra scelta da San Francesco per riproporre al mondo ed alla popolazione della valle reatina la magica atmosfera della Natività, il presepe non è presente questo Natale nella chiesa più importante della città?. Qualcuno abbozza le ipotesi più disparate ed accenna a ristrettezze economiche che avrebbero spinto il pastore della chiesa reatina ad un drastico ridimensionamento delle spese della cattedrale. Eppure sostengono sempre i ben infornati, nel bussolotto del presepe, lo scorso anno i reatini hanno lasciato offerte superiori a ottocento euro. Se così fosse quindi le spese per l’allestimento dello stesso sarebbero ampiamente ripagate dalla generosità della popolazione. E la luce? Chi paga la luce? “La pagano i fedeli” afferma un po’ arrabbiato un signore distinto che proprio non accetta questa decisone “altrimenti continua- “anche le messe dovrebbero essere svolte al buio. Se si continua così non passerà molto che questo vescovo ci chieda di andare alla Santa Messa con le candele! –conclude questo fedele”. Certo, monsignor Delio Lucarelli può avere tutte le motivazioni del mondo ma scegliere di non fare il presepe almeno a sentire questi reatini, non deve essere stata una trovata geniale!. Il presepe, si sa, è una bella tradizione a cui tutti sono legati e alla quale nessuno vuole rinunciare, figurarsi se manca quello della cattedrale. Ci auguriamo che questo anno orribile si concluda presto per il nostro vescovo, magari con un auspicabile ripensamento in extremis sulla preparazione del presepe!. Delio, ci provi, in nome del bambinello!.

      Rita Giovannelli

      Articolo pubblicato sul Corriere di Rieti in data 14 dicembre 2011

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