Il posto della bicicletta…

Egregio Comandante Aragona,

le scrivo dopo aver letto l’intervista che ha recentemente concesso a «Frontiera». Seguo con interesse gli sforzi che vengono fatti per diminuire il traffico all’interno del centro storico e per rendere più razionale la circolazione delle automobili. Spero che le nuove soluzioni di cui si parla nell’intervista diano buon frutto. Anche il discorso sulla generale necessità di rispettare le regole della strada e di sanzionare le infrazioni mi vede concorde. Vale per ogni mezzo utilizzato, sia esso l’automobile, il motociclo o la bicicletta. Rispetto alle multe comminate ai ciclisti, certamente giuste e incontestabili, vorrei però avanzare qualche osservazione.

Non credo di trovarla in disaccordo se dico che il ciclista risponde in pieno all’esigenza di rendere la città più vivibile. Le biciclette non sono rumorose, non occupano spazio, non sono particolarmente pericolose per i pedoni. Non superano certamente i limiti di velocità consentiti, permettono di trasportare piccoli carichi e di raggiungere qualunque luogo in modo ragionevolmente veloce.

Credo sarà altrettanto concorde nel riconoscere che il ciclista è il soggetto più debole tra gli utenti della strada. Rispetto agli altri risulta più esposto e vulnerabile, dovendo condividere lo spazio con motociclette, automobili, suv, furgoni e mezzi pesanti.

Via della Fontanella, angolo con via del Vicinato

Via della Fontanella, angolo con via del Vicinato. Auto e ciclomotori fermi sulle strisce pedonali e sullo spazio riservato ai pedoni.

Fatto salvo il codice della strada, viene allora da domandarsi perché l’uso della bici non venga promosso e tutelato, perché i ciclisti non vengano favoriti e aiutati invece che multati se attraversano le strisce pedonali in sella. In fondo, persino qualche pedone talvolta compie un’infrazione, e se è vero e giusto che le norme vietano a chi pedala di farlo sui marciapiedi, è anche vero che nella classifica delle prepotenze su strada c’è di peggio.

Ci sarebbe un bel dibattito da fare su chi è più arrogante. Nel frattempo se io e mio figlio di 6 anni volessimo andare con due bici da Piazza del Comune al parco di viale Maraini, non sapremmo come fare. Io davvero non me la sento di tenere il bambino sulla carreggiata, circondato da automobilisti impazienti che suonano il clacson, superano e tagliano la strada. A malincuore mi vedo costretto a passare sul marciapiede, scusandomi con le persone ad ogni pedalata, pregando il mio piccolo di stare attento a cani e passeggini e insegnandogli ad avere rispetto di quelli vanno a piedi facendoli passare prima di noi.

Vorrei dire che il rispetto delle regole è possibile solo se il contesto è ragionevolmente coerente con esse. Diversamente la sanzione ai soggetti più deboli ha il sapore di un accanimento. Specie quando l’indisciplina degli automobilisti, più forti e prepotenti, è largamente impunita.

Nell’intervista a «Frontiera» Lei dice che non ci può essere un agente pronto a sbucare da ogni tombino per punire la cattiva condotta dell’automobilista. A Suo avviso la battaglia sulle regole si vince da un punto di vista culturale. È senza’altro vero. Ma se questo si riduce al laissez-faire, credo che difficilmente riuscirà a spuntare un qualche successo.

Guardi le foto su questa pagina. Sono solo una selezione di quello che vorrei farle vedere. Le ho scattate in dieci (dieci!) minuti nei cinquanta metri di via della Fontanella, un pezzetto di città tra centro storico e città giardino. Sono certo che i proprietari delle automobili parcheggiate non me ne vorranno. In fondo le immagini rendono semplicemente visibile “un punto di vista culturale” che si ripete uguale in quasi tutta Rieti. Non è una situazione occasionale, ma una condizione abituale. Ci passi quando vuole e se ne renderà conto.

Chi pedala a Rieti ha già una vita difficile. Le distrazioni degli automobilisti sono vistosamente tollerate. Può essere una priorità multare i ciclisti in nome di una battaglia culturale? Sbaglierò, ma non lo credo.

In ogni caso la saluto cordialmente, ringraziandola per il lavoro che svolge per la città.

Via della Fontanella

Via della Fontanella. L’auto “parcheggiata” sulla carreggiata, fuori dalle “strisce”, e il furgone in sosta davanti ad un cartello di rimozione forzata restringono lo spazio di transito sulla strada.

Via della Fontanella

Via della Fontanella. Le auto sulla sinistra sostano su parcheggi regolarmente delimitati dalla segnaletica orizzontale; quelle a destra occupano semplicemente metà della carreggiata. Sul fondo, un suv lasciato in seconda fila restringe ulteriormente il passaggio.