Cultura

Il Maxxi festeggia i suoi 10 anni tra retrospettiva e futurismo

Il museo romano celebra i dieci anni con una mostra in cui il passato dialoga con nuove idee di futuro. Fra i progetti per il 2021 l’eccezionale apertura al pubblico della casa di Balla

Il Maxxi celebra se stesso. Si può certamente dire di fronte alla grande “mostra enciclopedica”, come l’hanno definita, in cui il Museo dell’arte del XXI secolo racconta i suoi dieci anni di vita e persino i nove anni di cantiere (2000-2009) per la realizzazione dell’edificio che lo ospita firmato da Zaha Hadid, con le prime iniziative culturali. La mostra si chiama “Una storia per il futuro. Dieci anni di Maxxi” e ieri è stata presentata dal direttore artistico Hou Hanru e dalla presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri.

Percorrerla negli spazi futuribili pensati da Hadid è però qualcosa di più di un “amarcord”. L’allestimento ipertecnologico e “ipersensoriale” ideato dallo studio olandese Inside Outside offre sì un viaggio nel passato, ma con una costante proiezione ideativa e visiva nel futuro. Qualcosa come 1.200 immagini si succedono e si intersecano in decine di schermi, di banner, realtà aumentate e ologrammi raccontando dieci anni di mostre e iniziative culturali parallelamente ai grandi fatti che la storia ci ha riservato dal 2010 a oggi (grazie all’archivio Ansa), dal terremoto di Haiti ai naufragi di Lampedusa, all’avventura spaziale di Samantha Cristoforetti, alla scoperta del bosone di Higgs, al primo lockdown mondiale da Covid. Tutto organizzato in cinque sezioni tematiche: Città, Piazza, Mondi, Realtà, Credo.

Sia Hanru che Melandri hanno sottolineato questo duplice aspetto della storia raccontata attraverso l’arte e dell’arte che reinterpreta la storia e la indaga criticamente per fornire nuovi elementi di lettura del futuro. Una necessità ancor più urgente, ha spiegato Melandri, in questo momento storico che rende difficile sia l’esercizio dell’arte che la sua fruizione, ma che ha bisogno di «nuova responsabilità per il futuro», di «un’idea di rinascita» in cui «cultura e pensiero critico dovranno avere un ruolo centrale». In questo contesto il Maxxi, ha detto Hanru, aspira a essere «il Foro romano del nostro tempo, aperto alla città, al mondo, a ogni individuo» nel costante «dialogo fra arte e pensiero artistico… in un mondo che volge sempre al virtuale vuole essere un luogo in cui radicarsi nel reale».

È con questa logica di dialogo fra passato, presente e futuro che secondo Melandri e Hanru – ma anche per Margherita Guccione, direttore del Maxxi architettura e Bartolomeo Pietromarchi, direttore del Maxxi arte – deve essere letto il folto programma artistico del 2021 quale anno di inizio di un nuovo decennio. Già il 9 marzo si inaugura la mostra “Aldo Rossi. L’architetto e la città” (fino al 21 ottobre) che dopo quella su Gio Ponti propone un’altra iconica figura dell’architettura italiana contemporanea, attraverso i modelli di 50 progetti e circa 800 pezzi fra disegni, schizzi, dipinti e fotografie di celebri autori quali Basilico, Ghiri, Martinelli, Mulas.

Sicuramente da non perdere è il progetto dedicato a Giacomo Balla che si apre il 26 maggio col titolo “Casaballa. Dalla casa all’universo e ritorno” (fino al 31 ottobre). Una grande mostra in due sedi. Per la prima volta, infatti, e solo per questa occasione, verrà aperta al pubblico la casa romana del grande futurista in via Oslavia, dove visse con le figlie dal 1929, trasformandola in un’opera d’arte con pareti e soffitti dipinti, quadri, sculture, mobili e oggetti decorati. Al Maxxi, invece, una mostra raccoglierà disegni, grafiche, bozzetti e arredamenti firmati da Balla e fatti dialogare con opere appositamente realizzate da artisti contemporanei ispirate al futurismo.

A ottobre triplo appuntamento con una mostra fotografica “immersiva” sull’Amazzonia firmata da Sebastião Salgado, una con i pixel-collage di Thomas Hirschhorn e un dialogo artistico fra i Cretti e le Combustioni di Alberto Burri con le fotografie di Mario Giacomelli. Per l’architettura a novembre ci sarà una grande mostra collettiva “Buone Nuove” per raccontare da inizio ’900 a oggi la sempre più assidua presenza femminile fra i maestri di quest’arte.

Inoltre il fotografo brasiliano, Burri, Giacomelli e in primo piano le grandi architette Casa studente di Chieti di Aldo Rossi.