Il cristiano Mattei

Mattei per sempre

Sabato 20 aprile la Biblioteca Comunale Paroniana ha ospitato un interessante convegno dal titolo “Mattei per sempre”, in ricordo della figura di Enrico Mattei, storico manager prima dell’AGIP e poi dell’ENI.

L’iniziativa, curata dell’Assessorato alle Culture, in collaborazione con la sezione di Rieti dell’Associazione nazionale Partigiani cristiani e la Diocesi, ha visto la partecipazione di Bartolo Ciccardini, Segretario nazionale ANPC, Giuseppe Accorinti, già Amministratore delegato di AGIP Petroli e Presidente della Scuola di formazione “Enrico Mattei”, del Consigliere regionale Cristian Carrara e del vescovo di Rieti Mons. Delio Lucarelli.

Ed a lato del convegno, è proprio insieme a Mons. Lucarelli che abbiamo cercato di approfondire la figura di Enrico Mattei.

Mons. Lucarelli, il convegno è stato pensato nella prospettiva del 25 aprile…

Sì, questa iniziativa trae spunto dal fatto che Mattei fu fondatore dell’Associazione Partigiani cristiani. Il convegno è quindi anche un modo per celebrare l’anniversario della lotta di liberazione. Dopo di che è inevitabile posare lo sguardo al suo ruolo di ideatore e Amministratore dell’Eni, di padre della politica energetica nazionale. Ma il ritratto di Mattei non sarebbe completo se non si tenesse presente anche il suo essere testimone della Carità cristiana.

Siamo a più di cinquant’anni dalla morte tragica e discussa di Enrico Mattei, e rileggendo alcune fasi della sua vita imprenditoriale e politica possiamo dire che la sua vicenda umana fu complessa, e la sua carriera fu punteggiata di tante luci, ma anche di qualche ombra…

È inevitabile, se non altro a causa del fatto che ci troviamo ad interpretare sempre ex post le storie degli uomini. Le vediamo incastonate nella storia globale del nostro Paese e del mondo occidentale, e pensiamo di poterle valutare solo con i criteri di oggi. Ciò non toglie che si può ricercare una chiave di lettura equilibrata, che tenga conto sia dei fatti, sia del messaggio che possiamo ricavare da questa vicenda, impegnativa e difficile da valutare.

Si potrebbe dire che la vita di Mattei fu coerente e contraddittoria allo stesso tempo?

Proviamo a rimanere ai dati biografici: compiuti gli studi tecnici e divenuto ragioniere, Enrico Mattei fu avviato al lavoro in aziende chimiche. Lottò tra le file dei partigiani nella resistenza cattolica, pur essendo stato simpatizzante del regime fascista. Dopo la Liberazione approdò all’Agip come liquidatore, e invece ne risollevò le sorti, facendo in modo che emergesse sul mercato nazionale e internazionale, contro ogni aspettativa e nonostante vistosi ostruzionismi.

Ed ebbe anche un ruolo politico attivo…

Sì, come deputato della Democrazia Cristiana fu originale e creativo. Adottò, per così dire, strategie discutibili ma efficaci. Ad esempio fece scavare durante la notte una trincea che divideva a metà la città di Cremona. Al mattino spacciò la cosa come un errore degli operai che facevano le buche per le condutture del gas. In realtà voleva forzare la mano al sindaco per evitare lungaggini burocratiche e amministrative. È un piccolo episodio rispetto alla dimensione del personaggio, ma dà l’idea della sua personalità. Certamente fu uomo di spicco nel panorama politico e industriale italiano, capace, volenteroso, anche disinteressato e generoso, che tuttavia adottò metodi e iniziative non sempre compatibili con la nuova democrazia che stava nascendo.

Era pure un’altra Italia…

Beh, dobbiamo considerare che la democrazia italiana, in quegli anni, era agli inizi, e che tante acquisizioni giuridiche e sociali del recente passato non erano pienamente decifrabili allora, né facilmente applicabili. Un episodio riferito dal Senatore Giulio Andreotti è molto eloquente. Mattei gli riferì che non era l’Agip a corrompere i parlamentari per far votare leggi utili allo sviluppo del Paese, ma che erano i politici a ricattare l’ente petrolifero, in cambio di assunzioni di persone da essi raccomandate.

Forse non potremo mai sapere la verità su questo tipo di dinamiche.

È vero. Ciò nonostante in Mattei si concentrano elementi essenziali, che in qualche modo uniscono l’Italia di allora a quella di oggi. Due contesti così simili per certi versi, e tutto sommato anche vicini nel tempo, e ciò nonostante anche molto distanti.

Ad esempio?

L’Italia di allora e quella di oggi sono simili, purtroppo, nel radicato malcostume della raccomandazione e dell’accordo, dell’appoggio o del ricatto politico, magari mascherato in vari modi, o necessario per raggiungere fini importanti. La differenza è che allora si stava sviluppando l’industria, nuove fonti di energia, nuova ricchezza, mentre oggi il malcostume sembra essere rimasto il solo tratto emergente nel bel mezzo di una situazione economica e sociale in rapido e inarrestabile declino.

Come si concilia il Mattei manager e politico spregiudicato con il Mattei cattolico?

È facile riconoscere in Mattei una forte spinta alla giustizia sociale. Detto questo, il “caso Mattei” apre lo spazio alla riflessione sul ruolo che dovrebbe avere un politico che oggi si dichiara cattolico e si sforza di seguire gli insegnamenti del Vangelo. Di fronte alle oggettive difficoltà della politica, alle sue regole spesso non scritte, e peraltro di dubbia moralità, il politico cattolico si deve defilare per non sporcarsi le mani, o deve immergersi in ambienti complessi per cercare di promuovere lo sviluppo e l’onestà amministrativa, arginando il male? Mattei ci insegna che ci si devono sporcare le mani, rischiando anche di cadere e talora cadendo, ma conservando con ogni sforzo la retta intenzione, la coscienza certa e la carità operosa.