Panama? Non è mai stata così vicina. A dimostrazione che per sentire Cristo e testimoniare la propria voglia di stare insieme condividendo un progetto comune non è strettamente necessario volare oltreoceano, ci hanno pensato i ragazzi della Pastorale Giovanile reatina. Equipaggiati di sacco a pelo, un piccolo borsone e una nutrita dose di gioia nel cuore, i giovani si sono riuniti nel centro di comunità di Santa Rufina, per unirsi idealmente con Papa Francesco e le migliaia e migliaia di coetanei giunti da tutto il mondo in centro America per la Giornata Mondiale della Gioventù 2019.
Nel pomeriggio di sabato è arrivato anche il vescovo Domenico per un momento di condivisione e riflessione tutti, e dopo cena, flambeaux alla mano, per sfidare il freddo insieme ai ragazzi con la fiaccolata lungo le vie del quartiere.
Fuso orario? Non ti temo. In attesa di sintonizzarsi in diretta con la veglia panamense si ammortizza l’attesa e si rilassano corpo e mente con il “Tisana party” ideato da don Luca. Poi tutti in salone fino a notte fonda per seguire il messaggio del Papa.
Santa Rufina come Panama. «Anzi, meglio» commenta Matteo, senza alcuna invidia verso la delegazione reatina volata al di là dell’Atlantico. «Vivere la Gmg nella nostra diocesi per me significa molto di più che viverla sul posto. Qui, insieme ai miei compagni, in un luogo intimo e condiviso non è la stessa cosa che in quella enorme spianata. Ci ha permesso di essere più noi». Il «noi» che prevale sempre sull’io. Non c’è Barbara, non c’è Mattia, non c’è Luca o Simone… ma neppure don Roberto o Sofia: c’è solo un gruppo desideroso di mettersi in gioco e vivere il coraggio della fede senza remore.
«Stanza uomini» e «Stanza donne» riportano i cartelli colorati affissi sulle porte. In semplicità e lietezza ci si è lasciati avvolgere da un sonno rigeneratore, e al mattino nulla di meglio di una nutriente colazione, tutti insieme, off course. «È proprio questo stare insieme che mi è piaciuto di questa esperienza», sono le parole di Mattia, sedici anni appena. Invogliato dalla felice prima esperienza del Meeting dei Giovani di Leonessa svolto a fine dicembre, ha deciso di proseguire ed aggregarsi di nuovo al gruppo. Una timidezza forte la sua, una barriera emotiva che grazie al coinvolgimento delle nuove amicizie si sta lentamente sgretolando, anche attraverso la musica. Mattia armeggia con gli spartiti dietro la tastiera, in attesa di animare la Santa Messa del mattino insieme ai suoi colleghi del coro.
Dopo la celebrazione, breve pausa caffè prima dei gruppi di lavoro che hanno permesso di sviscerare senza veli le suggestioni emotive dell’esperienza in corso. «Del discorso del Papa mi ha colpito il riferimento al coraggio – dice Andrea – vai e ti affidi, proprio come fece Maria. Forse noi ragazzi abbiamo perso un po’ di coraggio, occorre scendere di più dentro noi stessi e non darci sempre per scontati».
Luca invece si sofferma sull’entusiasmo. «Facile essere entusiasti e dire Sì a Panama, in mezzo a quella moltitudine di persone. Più difficile dirlo qui, in pochi, tra noi. Esco rinforzato da questa scelta e voglio dire Sì anche fuori di qui, confermarlo nel mio quotidiano».
Mentre nel salone si discute, nel cortile esterno si cucina. «L’acqua bolle – sussurrano intorno al pentolone – tra qualche minuto tutti a tavola». A collaborare per la buona riuscita della due giorni giovanile, un nutrito gruppo di abitanti di Santa Rufina, coinvolti dal parroco don Emmanuele ed entusiasti di offrire il proprio contributo volontario e gratuito per il pranzo. Buonissime le penne alla Sabinese «che a Panama se le sognano», ma succulento tutto il pasto, fino ai dolci artigianali e alla frutta fresca: crostate di marmellata fatta in casa, mantovana e mandarini opportunamente conservati anche per la merenda.
A tavola, non mancano gli scherzi dell’allegra brigata: suor Kristina incassa, suor Felicia sorride, suor Patrizia gioca con i ragazzi. Sul volto di don Luca, direttore della Pastorale Giovanile diocesana, traspare un po’ di stanchezza, ma prevale la soddisfazione per la due giorni che volge al termine. Don Emmanuele esprime soddisfazione per la scelta caduta sulla sua parrocchia: «spero si possa ripetere, la mia stessa vocazione è nata in ambiti come questo, ed ospitare i ragazzi non può che farmi un immenso piacere».
Caffè e due chiacchiere e poi di nuovo nel salone. Panama è in diretta, Panama è qui.