Musica

I fratelli Bennato tra realtà e virtuale: «Ora come in guerra, ne nascerà qualcosa di nuovo»

Edoardo ed Eugenio Bennato raccontano la situazione che sta vivendo la musica in questo momento e il progetto del loro inedito solidale "La realtà non può essere questa"

Ho vissuto l’infanzia nel dopoguerra, dopo un evento che a noi sembrava terrificante e ci veniva raccontato dai genitori. Un evento cosi’ importante come la Seconda Guerra Mondiale ha prodotto tanti balzi in avanti. Anche nel campo della creativita’, tanti elementi che sono diventati significativi, proprio perche’ avvenivano nella guerra o nel dopoguerra. Questa catastrofe la possiamo assimiliare ad una guerra. Quindi mi aspetto qualcosa di straordinariamente nuovo“. È l’auspicio di Eugenio Bennato, intervistato dall’agenzia Dire, a proposito dell’emergenza che stiamo vivendo a causa del coronavirus. “Odio gli stereotipi e le frasi fatte- ha detto invece Edoardo, anche lui alla Dire- Ma c’e’ una frase che dice che ‘la necessita’ aguzza l’ingegno’. La modificherei in ‘la necessita’, solo la necessita’, aguzza l’ingegno’. Se non c’e’ la necessita’ non c’e’ ingegno. In questo momento e’ necessario cambiare la realta, non solo sognarla. Questo e’ il senso del brano” ‘La realta’ non puo’ essere questa’ che i due fratelli Bennato hanno scritto a 4 mani per raccontare l’emergenza attuale.

Per colpa dell’emergenza coronavirus, quest’anno con tutta probabilita’ vivremo un’estate senza musica. Un lungo blackout con l’arte iniziato gia’ a primavera con una serie di concerti/eventi live rinviati o addirittura cancellati. Tra questi, spicca sicuramente il concertone del Primo maggio, quello che ogni anno riunisce a piazza San Giovanni a Roma migliaia di appassionati che celebrano cosi’ la Festa dei Lavoratori. In qualche modo l’evento comunque ci sara’. Anche se al chiuso del Teatro delle Vittorie, sempre a Roma, e la sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica dove, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza previste dall’emergenza sanitaria in corso, ci saranno molti dei live in scaletta.

Tra gli artisti che parteciperanno, loro pero’ suoneranno in collegamento, ognuno da casa propria, anche Edoardo ed Eugenio Bennato. Questo momento fatto di distanze sociali e (per gli artisti) totale assenza di contatto con il pubblico, “puo’ essere l’occasione per ripartire con il piede giusto. È l’auspicio- spiega Edoardo all’agenzia Dire- La vita non si fermera’, l’umanita’ va avanti”, ma “dobbiamo fare tesoro di questa esperienza vissuta”. Edoardo, insieme ad Eugenio, ha scritto ‘La realta’ non puo’ essere questa’, un nuovo singolo i cui proventi saranno devoluti all’Azienda Ospedaliera dei Colli (Monaldi – Cotugno – C.T.O.) di Napoli. “La realta’ e’ tutta in questa stanza/nella rete che annulla ogni distanza/la realta’ e’ fuori dal balcone/nella rete che diventa una prigione”, cantano i Bennato. Per Eugenio “il balcone nella storia non ha mai avuto tanta evidenza sia pratica che simbolica. Oggi il balcone e’ il limite massimo di questa emergenza”, in cui “non possiamo toccare le persone”, ha detto ancora Eugenio. Il quale ha evidenziato come per la situazione che si sta vivendo oggi “noi musicisti non possiamo avere una chitarra che abbia un riscontro immediato. I musicisti sono isolati, ma l’arte, la musica vive di contatto, di feedback con il pubblico”. Il testo di ‘La realta’ non puo’ essere questa’ e’ stato scritto da Eugenio. Ad Edoardo, che ha scritto la musica, piace soprattutto un passaggio in cui parla di “‘chitarre che suonano da sole nel silenzio di nessuna festa’. La festa per antonomasia e’ quella del Primo maggio, in cui arrivano ragazzi da tutta Italia per stare insieme, per confrontarsi. Quest’anno sara’ diverso, noi partecipiamo ma ognuno dalla propria casa. Le chitarre suoneranno da sole. Il nostro auspicio e’ che l’anno prossimo la festa sara’ all’aperto, con chitarre che suoneranno all’aperto tutti insieme”

Il 4 maggio partira’ la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Fino alle settimane successive saranno diversi i settori che ripartiranno, da commercio alle attivita’ di ristorazione, fino allo sport, almeno a livello di allenamenti. Non c’e’ ancora chiarezza, invece, sul futuro della musica dal vivo. Non si contano, infatti, i concerti, e interi tour, rinviati o cancellati definitivamente. Intervistati dall’agenzia Dire, sono intervenuti sull’argomento anche Edoardo ed Eugenio Bennato. “Nelle alte sfere e’ scontato che ci siano delle priorita’”, come “sanita’ e salute pubblica”, spiega Edoardo. “Ma anche nei tg, si parla di politica, dei fatti del giorno, poi di sport. E solo dopo, se e’ il caso, di musica, di arte e cultura. È un dato di fatto. È evidente che l’arte, la cultura, la musica, sono un contributo fondamentale. Fanno parte della nostra vita e ci rendono attivi, propositivi. Anche se con le canzoni non si puo’ cambiare il mondo, proprio la forza della musica, del rock, di Bob Dylan, dei Rolling Stones, ha fatto saltare la cortina di ferro. È sempre una situazione di equilibrio e di squilibrio, precario, in cui in teoria la musica non vale niente. In pratica e’ fondamentale”. Eugenio, invece, ha fatto riferimento alle parole di Papa Francesco e alla sua preghiera per gli artisti: “È una persona forte, giusta, indipendentemente dalla sua autorita’. La sua cultura sudamericana e’ apparsa nella preghiera fatta per gli artisti. Ha citato l’importanza della creativita’ e della bellezza”. Nel commentarla, l’autore di canzoni come ‘Che il Mediterraneo sia’, ha sottolineato “l’importanza di un pensiero dedicato a beni immateriali quali creativita’ e bellezza che sono importantissimi”.

Aver scritto la canzone ‘Brigante se more’ per Eugenio Bennato “significa aver preso atto di un qualcosa di particolare. Si scrive una canzone e poi questa prende il volo”. Il cantautore napoletano, ricorda cosi’ uno dei suoi piu’ grandi successi che esattamente 40 anni fa fece da colonna sonora, insieme ad altre canzoni, allo sceneggiato ‘L’eredita’ della priora’ sulla Rete 1 (l’odierna Rai 1). “La scrissi con il grande Carlo D’Angio’. La scrivemmo per i titoli di testa dello sceneggiato sul brigantaggio- ricorda- Lo sceneggiato e’ passato, la canzone e’ rimasta. È diventata la canzone di tutti, sono arrivati ad espropriarcela, a dire che non era vero che l’avevamo scritta noi perche’ arrivava di chitarra in chitarra. È stata la colonna sonora di tutte le manifestazioni da Sud a Nord”. Brigante se more “unifica il Nord e il Sud. È cantata dai forconi della Sicilia, ma pure dai manifestanti della Val di Susa. Ogni volta che scriviamo qualcosa, si corre il ‘rischio’ in senso buono che diventa non piu’ nostra ma di tutti quelli che la cantano”. A Edoardo sicuramente piace quello che scrive Eugenio: “C’e’ una sua canzone che avrei voluto scrivere io…ma non ricordo il nome- sorride- Comunque in generale quello che scrive Eugenio mi piace, c’e’ complementarita’ da sempre. Da ragazzini abbiamo avuto gli stessi input, tutto si basa su esperienze di vita vissuta, sulla fortuna di aver viaggiato da bambini grazie alla musica”. Edoardo ha ricordato che “da piccoli avevamo il trio Bennato (con l’altro fratello Giorgio, ndr). Un giorno un signore distinto, l’armatore Grimaldi, ci offri’ un viaggio in America se fossimo stati promossi. Da allora abbiamo viaggiato” e “la fortuna di aver girato ci ha fornito parametri utili per le nostre canzoni”.

Da dire.it