Grilli Parlanti: «Rinnovamento Comunale fermo al palo… della luce!»

È di pochi giorni fa la risposta da parte dell’Amministrazione Comunale alla nostra richiesta di chiarimenti sui rapporti contrattuali tra Comune ed Enel – Enel Sole, con l’elenco dei punti luce di loro proprietà. Da cittadini non capivamo come mai moltissime zone della città potessero rimanere al buio così a lungo, chi fossero i proprietari e a chi rivolgere le lamentele per la mancata erogazione della pubblica illuminazione, vista la regnante confusione e la poca trasparenza dell’amministrazione sulla manutenzione degli impianti e delle cabine, la cui gestione è suddivisa fra amministrazione comunale ed Enel Sole.

Ci è stato fornito l’elenco delle cabine di proprietà della Enel Sole delle varie zone in città e delle frazioni limitrofi, che rendiamo pubblico a beneficio dei cittadini, quello che però ci ha lasciati allibiti è stato che il contratto/convenzione in essere è del 1978 (in allegato) e si rinnova tacitamente di anno in anno.

Ben 37 anni sono trascorsi dall’anno in cui è stata stipulata la convenzione e nessuno ha mai pensato, finora, di rivederne le condizioni, considerato che all’art. 2 si legge “si intende tacitamente prorogata di anno in anno…”.

Ci chiediamo quindi come sia stato possibile arrivare al 2015, prima con l’amministrazione di centro destra ed ora con quella di centro sinistra, continuando a mantenere una convenzione così palesemente fuori tempo e chissà se non anche economicamente sfavorevole per i cittadini.

Vogliamo ricordare che Enel Sole, che ha attualmente in mano la manutenzione dei punti luce nella nostra città sotto elencati, è stata costituita per ottemperare alle disposizioni per le liberalizzazioni del mercato dell’energia, il famoso Decreto Bersani (D.L. 79/99), che ha imposto a Enel la suddivisione delle attività per trasferirle a società distinte. A Enel Sole srl, con la cessione del ramo d’azienda, è stato trasferito l’intero settore relativo alla pubblica illuminazione, che a oggi consta circa 2 milioni di punti luce, consistente in contratti stipulati prevalentemente con le Amministrazioni pubbliche, di cui molti risalenti al secolo scorso, anni sessanta e settanta appunto.

I tempi e i costi di gestione sono cambiati, ma a quanto sembra all’Amministrazione Comunale non interessa.

A nostro avviso farebbe bene l’Amministrazione a seguire le indicazioni contenute nella nota della Corte dei Conti, sezione Lombardia/160/2013/PAR, nella quale si da “interpretazione dell’art. 1 del d.l. n. 95/2012, convertito con legge n. 135/2012 (“Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini…”) tutto orientato alla riduzione/razionalizzazione della spesa delle amministrazioni pubbliche, in particolare discendente dai costi per acquisti di beni e servizi.

In questa ottica va letto il comma 13 dell’art. 1 del decreto legge, che si inserisce in una serie di disposizioni rafforzanti l’obbligo, per le amministrazioni pubbliche (e, fra queste, per gli enti locali) di utilizzare le convenzioni quadro stipulate da CONSIP (o da centrali d’acquisto regionali) o le piattaforme informatiche di selezione dei contraenti messe a disposizione da centrali di committenza nazionali, regionali o appositamente costituite (cfr., in particolare i commi 1, 3, 7 e 8, già oggetto di esame da parte della scrivente Sezione regionale di controllo nei pareri n. 89/2013 e n. 112/2013)”.

Il diritto di recesso è attribuito all’amministrazione subordinatamente alla mancata riconduzione, da parte del fornitore, del corrispettivo delle prestazioni al limite di qualità/prezzo previsto da una convenzione CONSIP vigente. Il precetto è rafforzato dal legislatore sia ammettendo l’esercizio “in qualsiasi tempo” (senza dar rilievo ad elementi come, per esempio, la durata residua della convenzione o il pregresso affidamento in conformità a procedure di evidenza pubblica), sia esplicitando la nullità di qualunque patto contrario, nonché l’inserimento di diritto della clausola nel contenuto negoziale del contratto ai sensi dell’art. 1339 del codice civile”.

Questi sono passaggi che l’Amministrazione avrebbe dovuto conoscere e mettere in pratica quanto prima, ma ad oggi si è voluto pensare a tutt’altro che al bene e alla sicurezza dei propri cittadini.
In un prossimo comunicato suggeriremo una risoluzione del problema, con una seria proposta per la sicurezza pubblica e per il bene delle casse comunali.

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