Giugno Antoniano Reatino

Giugno Antoniano: quasi un anno zero

Fino alla diffusione del programma, sul Giugno Antoniano alle porte, sono apparse sulla stampa ipotesi, indiscrezioni, anticipazioni. Si è invece riflettuto meno sullo spirito della manifestazione, e su quale ispirazione potrebbe venire dal francescano Antonio in questo tempo difficile

Lo si voglia o meno, questa edizione per il Giugno Antoniano sarà quasi un anno zero. Certe cose – mi diceva un amico che la sa lunga – non si possono cambiare. E in fondo non sarebbe neanche giusto: la devozione attorno a sant’Antonio corrisponde ad esigenze popolari radicate in profondità. Altri aspetti sono invece legati al cambiare delle sensibilità negli anni e si possono senz’altro mettere in discussione.

In ogni caso, la difficoltà di questo tempo non può che ricondurre l’intera faccenda all’essenziale. Ridotto all’osso, il programma comprende in pratica le sole celebrazioni eucaristiche. Non ci saranno i convegni, la musica da ballo, il concerto alla vigilia, la cioccolata e le infiorate nel giorno della processione.

Al di là delle forme, resta però vivo il nucleo centrale della manifestazione religiosa: il santo come modello di vita, la ricerca della verità in fraternità, il valore della preghiera e della benedizione, il dono della carità. Punti fermi che aiutano questo navigare a vista nei mari tutto sommato sconosciuti della pandemia globale. Forse questo 2020 non sarà proprio l’avvio di una nuova epoca, ma di sicuro è un occasione per mettersi in discussione. Siamo messi alla prova da problemi ineludibili, ma che saranno risolti se ciascuno s’impegna.

Proprio in occasione del Giugno Antoniano, nel 2018, mons Pompili spiegava che a volte per crescere bisogna diminuire, perché così si lascia spazio al nuovo. E anche se al momento è difficile indovinare quale volto avrà domani, l’occasione per il Giugno Antoniano di quest’anno è anche questa. Alla fine del mese si vedrà come è andata. E se dalle difficoltà si caverà qualcosa di buono, la scommessa sarà quella di farne tesoro per quando si potrà tornare nuovamente al contatto e alla folla.