Giubileo con gli sportivi, letto e sottoscritto il manifesto dei valori

Si è tenuto ieri presso la Sede del Coni Point di Rieti, l’incontro tra il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili e le federazioni sportive provinciali per dare il via alle iniziative del Giubileo con gli Sportivi, in programma il 1 giugno.

A fare gli onori di casa è stato il vicepresidente del Coni Lazio Umberto Soldatelli che dopo aver ringraziato le federazioni, le discipline associate, gli enti di promozione sportiva e le associazioni benemerite, ha voluto ricordare Andrea Milardi, un uomo che a Rieti ha fatto tanto per lo sport e gli sportivi. Ha spiegato che la Federazione non ha mai dimenticato l’aspetto ricreativo e sociale dello sport, ricordando gli incontri nelle scuole e nelle carceri.

Al centro dell’incontro l’intervento del vescovo, che ha ringraziato Soldatelli e il Coni che si fa luogo di incontro delle realtà sportive in una città profondamente legata al mondo dello sport.

Si è quindi proceduto con l’illustrazione del programma, da parte di don Fabrizio Borrello e delle modalità di partecipazione delle federazioni, da parte di Beatrice Sestini e Gianluca Giacobbe, ramo operativo del Coni Point di Rieti. È stato infine letto il Manifesto della giornata, sottoscritto da tutti i presenti, e riportato di seguito.

Lo sport è gioia di vivere
Lo sport è gioia di vivere, tensione a realizzare compiutamente se stessi attraverso l’impegno personale, l’incontro e il confronto con gli altri, il rapporto con la natura e l’ambiente sociale. È fattore di maturazione umana e di educazione morale e sociale: è una esperienza che aiuta a vivere meglio nel corpo e nella mente.

Lo sport è per tutti
Negli ultimi anni sono migliorate le condizioni di vita di buona parte dell’umanità ma paradossalmente oggi crescono i problemi per rendere l’attività sportiva alla portata di tutti e farne un’occasione di crescita, non solo a livello personale ma anche a livello di integrazione sociale.

Lo sport è di aiuto alla società
Il più diffuso benessere non è valso neppure a eliminare le tensioni e i conflitti sociali, a contrastare la violenza, a impedire soprattutto tra i giovani l’insorgere di stati di smarrimento, solitudine e angoscia. La facilità nelle comunicazioni ha favorito le conoscenze e le relazioni, tuttavia permangono situazioni di incomprensione e di ingiustizia, di disoccupazione, di emarginazione e di fame. Lo sport da solo non può dare soluzioni ma può e deve portare il suo contributo.

Lo sport è comprensione della realtà
C’è bisogno di rilanciare la passione sportiva in una società che idolatra il corpo salvo poi irreggimentarlo in stili di vita frequentemente sedentari e innaturali. La diffusione della pratica sportiva in sempre più larghi strati della popolazione, i profondi sentimenti che suscita nell’opinione pubblica e la risonanza mondiale delle sue manifestazioni, hanno enormemente accresciuto il ruolo dello sport nell’epoca moderna, facendolo assurgere a componente insostituibile della mentalità e del costume.

Lo sport è un modo di abitare il territorio
Lo sport è un’occasione per la nostra città e il nostro territorio di vivere in armonia con lo splendido contesto naturale in cui ci è dato di abitare.

Lo sport è impegno
Pertanto, i praticanti e gli operatori che ne assistono l’attività ricordino che lo sport è un diritto; che lo sport è a servizio dell’uomo e non l’uomo al servizio dello sport, e pertanto la dignità della persona umana costituisce il fine e il metro di giudizio di ogni attività sportiva; che lo sport è confronto leale e generoso, luogo di incontro, vincolo di solidarietà e di amicizia; che lo sport può essere autentica cultura quando l’ambiente in cui si pratica e l’esperienza che si compie sono aperti e sensibili ai valori umani universali

Il patto del Giubileo
Le organizzazioni sportive e i loro dirigenti hanno la responsabilità e il dovere di diffondere l’attività sportiva, di salvaguardare l’autenticità ideale e la purezza morale del fatto sportivo e di consolidare i valori che lo sostengono, garantendo che le attività si svolgano in un clima di serenità e di correttezza, impedendo ogni forma di degenerazione.

Alle istituzioni e agli organismi internazionali spetta di dare alla pratica sportiva la necessaria considerazione nel processo educativo, di assicurare le condizioni affinché lo sport possa essere accessibile a tutti.

Gli atleti, gli operatori e i dirigenti del movimento sportivo reatino riuniti per celebrare con il vescovo Domenico Pompili il Giubileo con gli sportivi, consapevoli di essere eredi di uomini e donne che hanno garantito alla nostra realtà una lunga e proficua stagione sportiva, si impegnano a far propri i principi e i valori spirituali contenuti nel presente “manifesto”.

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Foto di Massimo Renzi.