Chiesa di Rieti

Giornata mondiale dell’Acqua: debutta il progetto del Centro Cuore Blu

Con una tavola rotonda sul tema dell'acqua nel territorio di Rieti hanno preso il via le attività del Centro Cuore Blu, progetto promosso dalla diocesi di Rieti con il Gruppo di ricerca interuniversitario Gecoagri-Landitaly

La ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Acqua ha offerto l’occasione per presentare al pubblico il Centro Cuore Blu, progetto promosso dalla Chiesa di Rieti in collaborazione con il Gruppo di ricerca GecoAgriLand Italy. L’iniziativa ha preso la forma di una tavola rotonda svolta la mattina del 22 marzo nell’Auditorium Santa Scolastica. Moderato dal vescovo Domenico, il convegno ha visto al tavolo Maria Gemma Grillotti Di Giacomo e Pierluigi De Felice, rispettivamente presidente e vicepresidente del Gruppo di ricerca interuniversitario Gecoagri-Landitaly; Giovanni Papaleo, chief operating officer del Gruppo Acea; il presidente di Acqua Pubblica Sabina Maurizio Turina e il presidente della Sabina Universitas, Antonio D’Onofrio.

Introducendo i lavori, mons Pompili ha ricordato la necessaria relazione tra l’idrosfera e la vita, i pericoli legati ai cambiamenti climatici e le disuguaglianze presenti nell’accesso al bene fondamentale dell’acqua. Contraddizioni che vanno risolte seguendo «un più sano rapporto uomo-ambiente», quello suggerita dall’enciclica Laudato si’ con la prospettiva dell’ecologia integrale. Un atteggiamento che si ritrova negli aggettivi che san Francesco associa a sorella acqua: multo utile et humile et pretiosa et casta. «Cioè sempre “utile, preziosa e pura” anche, e soprattutto, quando l’uomo se ne serve», ha notato il vescovo.

Un appello a evitare che quello idrico sia «l’ennesimo fronte di occupazione della vita», che prende un sapore particolare nel momento in cui proviene dal «Cuore blu della nostra Penisola» e dalla Chiesa. Perché non solo «la fede è chiamata a entrare nel merito del nostro sguardo sul mondo», ma «la perdita di spessore spirituale coincide con un disincanto che porta a derubricare le creature come cose». La missione di un cristiano, ha precisato il vescovo, è quella di «declinare il vangelo dentro le questioni più importanti». Come la Chiesa di Rieti ha già fatto con le Comunità Laudato si’, promosse in tutta Italia insieme alla Slow Food di Carlo Petrini, che ha inviato un videomessaggio di felicitazioni per la nascita del Centro Cuore Blu, sottolineando il suo essere «Un esempio di democrazia partecipativa» e augurandosi che il progetto possa stimolare una sensibilità sul tema idrico «che ad oggi non esiste compiutamente».

Un discorso in sintonia con le parole della professoressa Grillotti, che parlando della genesi del progetto del Centro Cuore Blu ha notato «un interesse generale che favorisce la coesione». E questo perché l’acqua riguarda tutti, ma si sentiva l’esigenza di un centro d’eccellenza che considerasse la risorsa in tutti i suoi aspetti: geologici, chimici, fisici, sanitari, oltre che economici e culturali nel senso più ampio. Quanto alla scelta di Rieti, pare quasi scontata considerando la quantità e qualità delle acque presenti. Un aspetto che il pubblico presente in sala ha trovato sottolineato da una grande carta geografica del Reatino, sulla quale sono segnati innumerevoli siti di notevole interesse.

Uno è ovviamente quello del Peschiera ed è significativo che Acea – che gestisce le sorgenti per rifornire di acqua la Capitale – abbia voluto essere partner del progetto. Nel suo intervento, Giovanni Papaleo ha sottolineato come il ciclo dell’acqua non vada considerato solo dal punto di vista naturale, ma vada messo in relazione alla complessità d’uso che ne fanno le società moderne. Un rapporto che richiede studio e capacità di ridurre gli sprechi: non solo al rubinetto, ma soprattutto nella distribuzione. «Dobbiamo investire sulle reti in modo digitale e non arcaico», ha detto, spiegando l’esigenza di consentire il monitoraggio da remoto per ridurre perdite e dispersioni con maggiore tempestività. Ma non basta, perché insieme sarà necessario investire sulla scuola, preparando i giovani, preparando professionisti in grado di affrontare i problemi, ragionare in termini di rapporti generazionali progettando sul lungo periodo.

Un atteggiamento che ha trovato corrispondenza anche nelle parole di Maurizio Turina, che ha illustrato le specificità della rete idrica nella provincia di Rieti e fatto riferimento agli investimenti in corso da parte di Acqua Pubblica Sabina, ma anche parlato della necessità di «rafforzare i rapporti tra amministrazioni e comunità locali» e di una «pluralità di azioni volte a favorire processi di formazione, informazione e sensibilizzazione». È il caso delle due summer school comprese nelle attività del Centro Cuore Blu e sostenute da Aps: una destinata a giovani delle scuole secondarie di secondo grado e a studenti universitari dei corsi di studio di primo livello, l’altra ai dottorandi e ai dottori di ricerca.

E parlando di università, Antonio D’Onofrio ha ricordato che vent’anni fa a Rieti esisteva un corso sulle acque, poi chiuso per mancanza di interesse: «forse – ha notato il presidente della Sabina Universitas – allora era troppo presto per sollevare questa sensibilità. Oggi questo progetto diventa attualissimo per quello che sta succedendo a noi tutti in questo momento». Il periodo drammatico che stiamo attraversando, ha spiegato, impone un ripensamento dei rapporti globali, ad esempio nel campo dell’energia. Ma anche l’acqua è una risorsa trasversale: «coinvolge tutta l’economia, l’agricoltura, il suolo, l’aria…». Una riflessione su cos’è e su come usarla, dunque, s’impone, soprattutto in un bacino ricco come quello reatino. Anche perché, tra ricostruzione e Pnrr, «A Rieti si sta configurando un insieme di opportunità che fino ad ora non si era mai visto».

L’incontro all’Auditorium Santa Scolastica si è concluso con la premiazione degli studenti vincitori del concorso “L’acqua: raccogliamo proverbi, filastrocche e modi di dire”, seguita da un interessante dibattito con i rappresentanti delle istituzioni e delle realtà produttive. Quindi ci si è recati in via Cintia per inaugurare gli spazi messi a disposizione del progetto dalla diocesi: un luogo aperto a storici, studiosi, ricercatori e a tutti quelli che tengono al Cuore Blu d’Italia.