“Fraternità!”: un piccolo dono prezioso da mons. Chiarinelli

Un piccolo dono prezioso. Se in questo scorcio dell’anno 2014, esaurita l’euforia consumistica di un recente passato, le festività del Natale ci riservano ancora un tempo ed uno spazio da impegnare nella lettura e nella riflessione il saggio “Fraternità!” appena pubblicato da monsignor Lorenzo Chiarinelli si rivela utilissimo strumento introspettivo.

Il titolo, in verità, è più articolato e complesso, quasi a proporre un itinerario di lettura: Fraternità! “È questa l’immagine della Chiesa” “Fratres sumus!” Atto unico: racconto in dieci scene 27 aprile 2014. Prendendo spunto dalla solenne e festosa cerimonia di canonizzazione dei papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, monsignor Chiarinelli testimone autorevole analizza da par suo le fasi salienti che dall’apertura del Concilio Vaticano II ad oggi hanno caratterizzato la vita della Chiesa in perenne cammino, in una prospettiva di fraternità.

È proprio questa la parola chiave enucleata dalle Scritture, declinata dai teologi, pronunciata con accenti diversi da Giovanni nell’emozione di una tiepida sera romana rischiata dalla luna, l’11 ottobre dell’anno 1962, ruminata dal giovane teologo Joseph Ratzinger, evocata da Paolo VI nell’enciclica Ecclesiam Suam testimoniata nel lungo pontificato di Giovanni Paolo II, additata come obiettivo, anzi come consegna, da papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium.

La formula scelta dall’Autore per l’elaborazione e la stesura del testo è originale, evocativa del canovaccio teatrale benché evidentemente distante da ogni remota possibilità di essere posta in scena. Eppure, si tratta di un lucido, efficace escamotage capace di coinvolgere il lettore sollecitato a farsi interprete di un messaggio antico e sempre nuovo, che tocca il cuore e scuote ogni coscienza, perché davvero – così come profeticamente intuiva papa Giovanni – è ancora l’aurora, per la Chiesa e per l’umanità che la innerva.

In questo tempo dell’anno in cui ogni parola di fraternità rischia di essere banalizzata e stemperata in una melassa di sentimentalismo, il piccolo dono prezioso consegnatoci da monsignor Chiarinelli rappresenta un invito discreto ma irrinunciabile ad essere parte attiva nel progetto di Dio, evocato a conclusione del saggio nella struggente preghiera del cardinale Anastasio Ballestrero.