Cinema

Favino, in “Corro da te” cinico, furbetto e innamorato

In "Corro da te" di Riccardo Milani troviamo un Pierfrancesco Favino cinico, furbetto e senza scrupoli come non l'avevamo mai visto

In “Corro da te” di Riccardo Milani troviamo un Pierfrancesco Favino cinico, furbetto e senza scrupoli come non l’avevamo mai visto.

È infatti Gianni, atletico quarantanovenne che ricorda i cattivi vigliacchetti della commedia all’italiana di una volta – quelli firmati da Monicelli, Risi e Scola -, ma niente paura si tratta di una commedia sentimentale e tutto così alla fine si ricuce nel segno dell’amore e della redenzione.

Proprio come accade in Tout le mond debout di Frank Debosc a cui il film, in sala dal 17 marzo con Vision Distribution in 500 copie, è ispirato. Centrale, in IO CORRO DA TE, il delicato tema della disabilità, dell’handicap, perché Gianni alla fine si innamorerà della più bella delle paraplegiche: Chiara (Miriam Leone). Questa la storia. Gianni (Favino), proprietario di un grande brand di scarpe da running, è non solo un uomo in carriera, ma uno spietato dongiovanni che cambia nome e donna ogni sera. Quando la madre muore, suo fratello (Carlo De Ruggeri) gli consegna le chiavi della sua casa, ma accidentalmente si siede sulla sedia a rotelle della madre proprio nel momento in cui entra nell’appartamento Alessia (Pilar Fogliati), la nuova vicina di casa, che convinta che lui sia disabile gli presenterà la bellissima sorella Chiara, costretta davvero sulla sedia a rotelle da un incidente.

È inevitabile che Gianni e Chiara inizieranno subito a frequentarsi e innamorarsi, ma sorgerà un problema non da poco. Gianni, ormai del tutto innamorato, non sa come dire a Chiara che lui in realtà cammina, corre. Dirglielo vorrebbe dire perderla per sempre e lui non può permetterselo. “Certo fare il cinico, il cattivo, è stato divertente e non potevano non tornarmi alla memoria i grandi guasconi del nostro cinema come Sordi e Gassmann – dice Favino -, ma in questo caso l’argomento era delicato ed è stato liberatorio poterne parlare con tanta leggerezza come fa il mio personaggio. È vero il mio personaggio dice cazzate, bugie, ma chi non le ha mai dette per conquistare una donna? Diciamo la verità – spiega ancora l’attore – siamo in fondo tutti dei Gianni”. E ancora Favino: “In questo personaggio certo c’è un estremo cinismo anche verso là disabilità, ma è anche vero che a volte verso l’handicap spesso c’è un pietismo mascherato da ipercorrettismo.

La disabilità – conclude – è uno specchio in cui guardiamo le nostre paure”. Dice invece il regista Riccardo Milani: “Cerco sempre di raccontare nei miei film i lati peggiori del nostro Paese, mettendo molto spesso in scena personaggi pessimi con la speranza che da qualche parte trovino un po’ di positività. Nel caso di Miriam, ad esempio, va detto, che fa fare un bel giro a Favino, rendendolo una persona diversa, migliore”. Spiega invece Miriam Leone: “Questo film mostra come ci sia un grande equivoco. Quello che conti la forza, la prepotenza, la prestanza fisica e non giudicare invece le cose con l’amore e tenendo conto di chi è diverso da te. Tanto più oggi che viviamo giorni molto emozionanti e tristi” conclude commossa l’attrice catanese facendo riferimento alla guerra in Ucraina.

Tra le cose belle di questo film, aggiunge la Leone: “Il fatto di aver incontrato, grazie a lui, molte persone con handicap che hanno partecipato a Corro da te, tutte persone piene di autoironia e dalle quali c’è solo da imparare. Ma anche ragazzi che mi hanno insegnato come ci siano ancora troppe barriere architettoniche che rendono tutto difficile e che comunque: non si devono parcheggiano le auto nei posti dei disabili”. Nel film, che ha nel cast anche Pietro Sermonti, Vanessa Scalera, Pilar Fogliati, Andrea Pennacchi, Carlo De Ruggieri, Giulio Base e Michele Placido, anche un bel cameo di Piera Degli Esposti, in una delle sue ultime interpretazioni e con tanto di cannule per la respirazione. È infatti lei a vestire i panni della tonica nonna di Miriam Leone.

da ansa.it