Fatima, cento anni dopo. Denso di significato l’incontro con padre Cabello a San Rufo

Nel percorso di avvicinamento al Giugno Antoniano Reatino, la Pia Unione Sant’Antonio di Rieti ha organizzato nella Chiesa di San Rufo un incontro sul centenario delle apparizioni della Beata Vergine Maria a Fatima. Ospite illustre il salesiano mariologo Padre Antonio Escudero Cabello, docente al Pontificio Ateneo Salesiano. Fatima, cento anni dopo: i messaggi della Vergine a Lucia, Francesco e Giacinta che cosa in particolare volevano dire?

Padre Escudero Cabello ha approcciato il tema con grande rispetto, attualizzando quell’evento del 13 maggio 1917: «La devozione mariana di Fatima sorge e cresce sul terreno della vita cristiana propria della pietà popolare, si collega ai motivi mariologici affermati dalla dottrina della Chiesa e rilancia l’impegno dei fedeli nella direzione della conversione e della santità – ha precisato – L’evento di Fatima richiede una apertura teologica a partire dalla prospettiva trinitaria, perché con Maria e per Maria entriamo nel cuore della rivelazione cristiana, il vangelo di Dio Trinità di amore. L’incontro con la Madre del Signore appartiene innanzitutto al modo della visione, che sorprende e attira i tre bambini. La prassi di fede cristiana e di pietà familiare abituale costituisce la chiave dei bambini per comprendere l’apparizione mariana mentre il messaggio di Maria attestato negli interrogatori si concentra sull’invito al rinnovamento e alla conversione. Lucia riferisce con brevi parole dell’insistenza della «Signora del Rosario» per la conversione, per la preghiera e per la pace».

Poi Padre Escudero ha soggiunto: «Nel racconto di Lucia la Madre di Dio è segnata dalla nota della tenerezza, della dolcezza e della cordialità. Lei è la «tenera Madre», «nostra amica», il «cuore immacolato», il «santissimo cuore» strettamente unito a quello di Cristo, il cuore «dove asciugavamo il nostro pianto e bevevamo la più pura consolazione», il «dolce cuore».

Una delle frasi che la Vergine dirà ai tre bambini, inoltre, fa ancora pensare: «Per impedire la seconda guerra mondiale, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no, diffonderà i suoi errori nel mondo, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace».

Il messaggio mariano di Fatima muove, dunque, a cento anni di distanza sul doppio binario dell’incertezza sul tempo attuale che sollecita la fede e la testimonianza, e della certezza del traguardo irrevocabile che sostiene la speranza. Ma esso evidenzia anche il senso della costante attualità e, quindi, Padre Escudero ha concluso: «Maria si rende attuale e presente nella vita degli uomini con tutte le conseguenze e le possibilità: manifesta il suo animo e i suoi propositi, adopera uno stile propriamente femminile e materno, esprime la sua condizione di esistenza che si rapporta al Figlio e orienta la vita degli uomini, mostra la conoscenza del tempo degli uomini e indica il loro destino presso Dio. Maria di Nazaret si manifesta a Fatima per intervenire nella vita degli uomini a favore del bene, cioè della conversione, della santità, del dono generoso di amore, della giustizia e della pace. Ella mostra tutta l’avversità al peccato e la sollecitudine per la salvezza degli uomini con tale forza di convinzione che Lucia, Francesco e Giacinta si immedesimano nella stessa premura con sacrifici e preghiere. Nei piccoli si opera una autentica trasformazione di vita, così piena, condivisa e cordiale da suscitare l’ammirazione delle persone che li avvicinavano. Nelle testimonianze delle apparizioni Nostra Signora di Fatima interviene decisamente in relazione al destino finale degli uomini per avvertire della possibilità e della tragicità del fallimento, per indicare le vie del riscatto e della crescita, per rassicurare in relazione all’esito definitivo. Non potremmo mai ignorare questa dimensione che dice dello slancio della presenza di Maria nella vita della Chiesa nella direzione del compimento in Cristo».

Dunque un incontro denso di significato, proseguito nella successiva liturgia eucaristica nella quale sono stati ricordati Andrea Balloni e il bisnonno Francesco Pasquali, priore della Pia Unione Sant’Antonio dal 1940 al 1951. Anche a noi della Chiesa di Rieti, oggi Maria sembra ancora dirci: «E tu soffri molto? Non ti scoraggiare! Io non ti abbandonerò mai! Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio».