Chiesa di Rieti

Famiglie riunite nel Giugno Antoniano Reatino: un momento di fede e comunità

Padre Mariano Pappalardo celebra la messa a Sant'Agostino, monsignor Piccinonna benedice fidanzati e famiglie nel chiostro. Un forte messaggio di amore e responsabilità condivisa

Un momento intenso e davvero “familiare”, quello vissuto il tardo pomeriggio di martedì nell’ambito del Giugno Antoniano Reatino per quella che, nel programma dei festeggiamenti, era la giornata diocesana dedicata proprio alla famiglia. Dopo la Messa in Sant’Agostino, celebrata da padre Mariano Pappalardo (è toccato a lui, che dirige in diocesi l’Ufficio Evangelizzazione e catechesi, rimpiazzare il confratello don Luca Scolari, responsabile della Pastorale familiare, bloccato per motivi di salute), in tanti si sono riuniti nell’attiguo chiostro per ricevere la benedizione che il vescovo Vito ha impartito a fidanzati e famiglie.

Un segno importante, ha detto monsignor Piccinonna, richiamando il Vangelo della trascorsa domenica e la parabola di Gesù sul piccolo seme che germoglia e fruttifica: l’annuncio di un Dio «innamorato dei germogli, di ciò che sta nascendo».

Nel chiostro erano riuniti giovani fidanzati, sposi di diversa età, da quelli più giovani con figli piccoli a coppie ormai ben navigate. Anche questo un segno bello, ha tenuto a sottolineare il vescovo: «che i più grandi sentano la responsabilità di una vita, di una testimonianza che incoraggia, mentre anche i più giovani, i fidanzati e i fidanzati sappiano di non essere soli in questa avventura», poiché ciascuno, secondo la propria situazione, «è chiamato a scrivere con originalità quel progetto bello di amore, di vita che Dio affida». La prima vocazione di un credente, la prima responsabilità, prima ancora degli impegni che si assumono nella comunità, è vivere il proprio «essere marito, moglie, figlio, nonno, nonna, fratello, sorella… Vo in famiglia avete un compito importante, perché date la possibilità alla Chiesa di custodire, di avere, di sviluppare un volto domestico, altrimenti diventiamo un’azienda, o un supermarket del sacro… ». E «le comunità cristiane, le nostre parrocchie dovrebbero “puzzare” di famiglia!».

Nonostante le difficoltà, la fatica di un cammino, è alla famiglia che è affidato il principale progetto di Dio, ha detto don Vito: «Siatene consapevoli, custoditelo, fatelo crescere. E la stanchezza, il logorio quotidiano. non prevalga mai sullo stupore!». Ai coniugi in particolare l’invito rivolto dal presule: «Fatevi la domanda più difficile. Non chiedere solo se il bambino ha fatto i compiti, se le bollette sono pagate o le medicine prese… Ogni tanto fatevi tra di voi e voi cominciate a farlo più giovanotti fatevi la domanda più difficile: come stai? ».

La Chiesa, ha concluso Piccinonna, deve avere «il volto di mamma». Una grande vocazione «che è anche una grande responsabilità, ma bellissima! Ringraziate Dio perché vi fa dono di questo grande servizio che non è solo per voi e anche per questo mondo» un po’ triste e ripiegato su di sé.

La preghiera che è seguita ha unito i cuori di tutti, per poi ricevere una benedizione particolare secondo le due “categorie”: prima sono sfilate dinanzi a don Vito le coppie di fidanzati presenti, poi le tante famiglie, chi solo coniugi, chi con i figli, o anche situazioni particolari come quelle di vedovanza… Per tutti una parola di incoraggiamento e di vicinanza da parte del pastore della diocesi, che ha poi invitato tutti a unirsi nel recitare il Padre nostro, prima di un piccolo momento conviviale che la Pia Unione S. Antonio ha voluto offrire per questo gioioso momento.