L’impoverimento delle famiglie del reatino non si vede solo dalla fila alla Caritas.
Un sintomo significativo della cattiva salute economica dei reatini lo si rintraccia nei dati dell’indebitamento privato. Negli ultimi 10 anni, secondo la Cgia di Mestre, il debito dei nuclei familiari reatini è cresciuto da 6000 a circa 15.000 euro, facendo registrare un aumento pari al 142,5%. Un dato superiore a quello nazionale, che si aggira attorno al 139,6%.
Il dato significativo specialmente in considerazione dello stringente momento di crisi economica. La mancanza di lavoro, con la cassa integrazione guadagni ai massimi livelli e la produttività ridotta per mancanza di ordinativi, sta soffocando la città. «In linea generale – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – abbiamo riscontrato che l’incidenza del debito sul reddito familiare è maggiore tra i nuclei con disponibilità economiche medio-basse. Appare evidente che il perdurare della crisi rischia di accentuare questa situazione».
A vantaggio di Rieti gioca il fatto che la situazione economica delle famiglie meno abbienti residenti nelle grandi aree metropolitane è mediamente peggiore di quella registrata dai nuclei ubicati nelle realtà urbane medio piccole. «A parità di reddito – spiegano dalla Cgia – nelle piccole realtà urbane la crisi si sente meno perché il costo della vita è inferiore».