Ex Asu, M5S: come giustificare le differenze con gli ex LSU?

Il Giudice del Lavoro di Rieti nei giorni scorsi si è pronunciato in merito ai ricorsi presentati da alcuni lavoratori ex Asu contro i licenziamenti subiti nello scorso mese di maggio dal Comune di Rieti, dichiarandoli illegittimi e condannando il Comune al risarcimento dei danni, nonché al pagamento delle spese legali sostenute dai lavoratori medesimi.

Stupisce però leggere, secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, che alcuni dei 23 lavoratori avrebbero espresso grande soddisfazione per la conclusione della vicenda che sembrerebbe riconosca finalmente i loro diritti, nonostante il Comune abbia sostenuto che, trattandosi di contratti a tempo determinato, non era prevista alcuna stabilizzazione, malgrado il parziale accoglimento del ricorso; ancora più strana sembra essere però la posizione assunta dall’ente che attribuirebbe alla precedente gestione tutte le colpe dell’illusione di una stabilizzazione, vissuta dai lavoratori e dalle loro famiglie per oltre dieci anni.

Dato che il Comune non rescisse i contratti, secondo quanto avanzato dalla Regione nel contestare la regolarità degli stessi, ora, senza rimborsare gli stipendi già anticipati dal Comune stesso, chiede addirittura la restituzione delle somme erogate agli ex Asu; di tutta risposta, un’Amministrazione comunale “preoccupata” per questi lavoratori, non solo vanta le proprie ragioni e la propria “estraneità” per la sorte degli stessi, ma prevede addirittura di ricorrere in appello verso l’ordinanza emessa dal Tribunale di Rieti, evitando così di sborsare le somme per il danno riconosciuto ai lavoratori e scaricandosi dalla responsabilità per le proprie scelte.

Ci domandiamo come questa Amministrazione comunale non possa vergognarsi nei riguardi di questi ex lavoratori, che hanno prestato il proprio lavoro presso l’ente per molti anni (e non mesi come prevede la norma), e come giustifichi la disparità di trattamento degli “ex ASU” rispetto agli “ex LSU”, lavoratori che ancora aspettano soluzioni rispetto alla delibera di Giunta per il reintegro nel luglio 2014, con la quale il nostro Comune ha perfino vantato il buon operato dell’Assessore Giuli e della Regione Lazio per aver mantenuto gli impegni assunti.

Ci si chiede, quindi, se gli amministratori tengano presente che persone di oltre 45 anni, allo stato attuale, sono pressoché impossibilitate a trovare un nuovo lavoro e se, per evitare di risarcirli, sia opportuno ricorrere in secondo grado di giudizio, gravando ulteriormente sull’economia di tutta la cittadinanza.