No, l’esecuzione non è la soluzione

Nel pomeriggio del 31 marzo al Convegno sul tema della pena capitale c’erano molti giovani, giovani come me che frequento la Scuola Superiore e che pur non avendo idee religiose molto solide ho idee molto chiare sulla pena di morte: sono contraria perché viola ogni forma di diritto umano.

La Conferenza, organizzata dall’Informagiovani del Comune di Rieti si è tenuta nella sala Calasazio di via S. Agnese e ha visto gli interventi del Dott. A. Deghan, referente per Amnesty International, del Dott. Alessio Torelli, referente dell’Associazione “Nessuno Tocchi Caino”, del Vicario Generale della diocesi di Rieti don Jaroslaw Krzewicki e della Sig.ra Laura Canacci, referente del “Clinton Young Italia.

I primi relatori ci hanno mostrato come nel mondo ci sono paesi democratici e non, occidentali e non che ancora oggi utilizzano la pena di morte per reati considerati gravi come l’omicidio e l’alto tradimento o per crimini violenti come la rapina e lo stupro, o legati al traffico di droga. Attraverso dati oggettivi si è cercato di dimostrare come la pena di morte neghi qualsiasi forma di diritto della persona.

Anche l’intervento del vicario della Diocesi ha mostrato da un punto di vista cattolico l’iniquità della pena di morte, ma anche la necessità di punire i crimini in modo proporzionato in modo da rieducare l’individuo.

La parte più interessante a mio parere è stata l’intervento della Sig.ra Canacci, che ha parlato di un uomo innocente che da oltre dieci anni si trova ad attendere la sua “fine” consapevole di essere innocente nel braccio della morte del Texas. Un uomo che lotta per affermare l’ingiustizia di una legge che vede la possibilità di essere penalmente responsabile per le azioni di un altro, anche con la pena di morte.

Quello stesso uomo che lotta, attraverso il suo blog, per scoraggiare chi ritiene giusto che uno Stato possa legittimare la pena capitale.

Una conferenza organizzata da giovani per riflettere con i giovani su una tematica che ci vede contrapposti, divisi e a volte confusi, da un lato di fronte alla voglia di giustizia “subito”, perché punire alcuni crimini fa bene alla coscienza collettiva di uno Stato, e dall’altro di fronte alla consapevolezza che uno Stato che applica la pena di morte è uno stato che ha fallito nell’applicare la giustizia. In fondo, anche la Bibbia dà una possibilità a Caino assassino.

Peccato che ci sia stato poco tempo per commentare: noi ragazzi sicuramente avremmo avuto tanto da dire a riguardo.

di Chiara Alessi

Foto Massimo Renzi

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