Riceviamo e pubblichiamo una nota congiunta dei consiglieri comunali Andrea Sebastiani e Simone Miccadei.
Ieri stato bocciato dalla maggioranza di centro sinistra al governo di questa città un ordine del giorno presentato in maniera congiunta dai consiglieri Sebastiani e Miccadei e votato soltanto dal centro destra riguardante la necessità di adottare improcrastinabili ed urgenti misure di attuazione del vigente piano regolatore.
Contrariamente da coloro che sono convinti assertori, per questo ritenendosi nel giusto, dell’insuperabile divisione dei ruoli tra maggioranza e minoranza, chi scrive ha ritenuto di dover sottoscrivere un documento programmatico peraltro sollecitato da gruppi di cittadini, ravvisando nella necessità di adottare scelte condivise, ormai non pi rinviabili per tentare di invertire il trend economico in cui è sprofondato il nostro territorio, da troppo tempo in asfittica agonia.
Consapevoli che la relazione pubblicata qualche giorno fa dall’Eures sui dati ISTAT 2014 lascia pochi margini di manovra, dal momento che certificano nella nostra Provincia una disoccupazione che si attesta intorno alle ottomila unità e che il settore dell’edilizia quello che risente maggiormente della crisi se consideriamo anche l’indotto, ma che anche quello con maggiori capacità di ripresa se sostenuto con politiche adeguate.
Un ordine del giorno con cui si chiedeva al Sindaco e all’Assessore competente di concedere la possibilità a privati cittadini, che fortunatamente hanno ancora risorse da investire nella nostra città, di poter edificare in aree ricadenti nelle zone D2 del vigente piano regolatore, prive di strumenti attuativi, in applicazione dell’ art. 37 delle Norme Tecniche di Attuazione.
Tali aree sono quelle dove possibile impiantare insediamenti artigianali ed industriali che permetterebbero di creare occupazione e di arginare il pericolo che il privato stesso decida di dirottare propri investimenti addirittura in comuni limitrofi.
Con la possibilità per il Comune, qualora le richieste siano adeguatamente supportate sia dalla politica che dalla dirigenza, non solo di introitare risorse economiche importanti per oneri concessori, assolutamente necessarie viste le ristrettezze di bilancio in cui quotidianamente l’ente costretto a dover fare i conti, ma anche di vedersi retrocedere una superficie pari al 10 per cento dell’intera area destinandola a spazi pubblici, a verde o a parcheggi e comunque destinata ad ospitare attività collettive.
In alternativa, in caso di inattuabilità dell’art. 37, chiedevamo di soddisfare le legittime esigenze dei cittadini attraverso l’adozione urgente dei Piani Pruriennali di Attuazione.
L’auspicio per il futuro che la politica che dovrebbe operare per il bene comune, superi le preclusioni ideologiche che le impediscono di assolvere al ruolo cui chiamata, e dia priva di maturità e coesione programmatica quanto meno su temi così importanti.