Chiesa di Rieti

Echi francescani dall’Abruzzo al Cicolano: omaggio a Tommaso da Celano a Borgo San Pietro

A Borgo San Pietro, un appassionato tributo a Tommaso da Celano, primo biografo di san Francesco, attraverso un recital che intreccia storia, fede e cultura fra le mura del monastero di Santa Filippa Mareri. Un evento che celebra il legame indissolubile con il francescanesimo, tra laudi medievali e narrazioni biografiche

Da Borgo San Pietro uno sguardo a Celano, nel vicino Abruzzo, patria di uno dei più grandi seguaci di san Francesco, colui che per primo ne ha narrato (per ben due volte) la vita: quel Tommaso da Celano al quale è attribuita anche la paternità del Dies Iræ, che non a caso è stato inserito fra le musiche di scena che, in una accurata ricerca musicale di Maria Rosaria Legnini, il gruppo musicale “G. Corsi” di Celano, con l’accompagnamento vocale e strumentale del MusiCanto Quartet, ha eseguito, assieme a Laudi francescane tratte dal noto Laudario di Cortona, nella rappresentazione messa in scena nel teatrino dell’istituto delle suore francescane di Santa Filippa Mareri: il bel recital Tommaso racconta Tommaso.

Un soddisfatto pubblico vi era raccolto, domenica pomeriggio, ad applaudire i quattro attori del Teatro Lanciavicchio che, sotto la regia di Antonio Silvani, hanno interpretato il testo scritto da don Antonio Salone dedicato all’insigne francescano che fu tra i frati che portarono il carisma serafico in Germania, prima di porre mano, una volta rientrato in Italia, all’opera di scrittura che ne fece il primo biografo del Poverello d’Assisi. La sua vita Tommaso la concluse poi al monastero delle Clarisse – della cui assistenza spirituale era stato incaricato dall’ordine – di Val de Varri, al confine tra il Cicolano e l’Abruzzo: dunque quella zona ricca di storia e di fede che fu segnata profondamente dall’ideale francescano che trovò una grande fioritura nella figura di Filippa Mareri.

Proprio nel programma dei festeggiamenti in onore della “baronessa santa”, al monastero di Borgo San Pietro, ha trovato spazio questa rappresentazione che ha idealmente unito due “campioni” del primo francescanesimo quale santa Filippa e il grande autore delle due Vite del santo di Assisi che per primo ha narrato, fra l’altro, il Natale di Greccio e gli altri momenti importanti che danno lustro all’identità francescana della terra reatina.