«E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi»

La partecipazione dei giovani alla XV GMG del 2000, nella grande spianata di Tor Vergata, è rimasta memorabile negli occhi e nei cuori di tutti coloro che trascorsero la notte della veglia sotto le stelle, nell’attesa di incontrare san Giovanni Paoli II e celebrare con lui l’Eucarestia Le fotografie e i filmati della GMG di Roma sono ancora oggi delle immagini simbolo che evocano con immediatezza il grande entusiasmo dei giovani, il forte carisma del Pontefice e il volto giovane e gioioso della Chiesa di Gesù.

La GMG si svolse tra il 15 e il 20 agosto, nell’anno del Giubileo, in giornate scaldate da un forte sole, tra intensi momenti di preghiera, frequenti e inaspettati incontri di fraternità, vissuti da giovani giunti da ogni parte del mondo. Al Circo Massimo furono allestiti ben 300 confessionali, decine di cittadini romani si resero disponibili per soddisfare le tante necessità dei partecipanti, compreso bagnare d’acqua, con le pompe da giardino, la folla di giovani che passavano davanti alle loro abitazioni. Non un’aiuola fu distrutta, così ebbe a dichiarare il primo cittadino di Roma, segno della compostezza e dello stile gioioso e rispettoso del popolo della GMG.

La speranza di vedere abitare Gesù in mezzo al suo popolo, è stato qualcosa di realmente avvertibile soprattutto nella notte della veglia, quando tra fuochi, sacchi a pelo e tende, risuonarono preghiere in tutte le lingue del mondo, sui prati e i lievi declivi della spianata di Tor Vergata, sotto un cielo notturno limpido e pieno di stelle, sembrava fosse stato adagiato un enorme tappeto fatto di luci e suoni, tutti incredibilmente sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda, in una sorta di armonia generale che prendeva tutti e tutto.

Il tema della GMG scelto da Giovanni Paolo II, si poteva quindi cogliere con chiarezza nello spirito: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv, 1,14). Già nel messaggio del giugno 1999 il Papa aveva inviato i giovani ad essere amanti della preghiera, di guardare alla santità come prospettiva possibile, di divenire dei contemplativi, di mettersi al servizio dei fratelli e essere artefici di pace. Le sue parole furono chiare e senza ambiguità o tentennamenti: «rimanete nell’ascolto della sua Parola, attingete vigore dai Sacramenti, specialmente dall’Eucaristia e dalla Penitenza. Il Signore vi vuole apostoli intrepidi del suo Vangelo e costruttori d’una nuova umanità».

Il Pontefice non ebbe paura di essere anche provocatorio: «come potrete affermare di credere nel Dio fatto uomo, se non prendete posizione contro ciò che avvilisce la persona umana e la famiglia?». Più di due milioni e mezzo di giovani risposero all’invito del Papa: «Se credete che Cristo ha rivelato l’amore del Padre per ogni creatura, non potete non porre ogni sforzo per contribuire all’edificazione di un mondo nuovo, fondato sulla potenza dell’amore e del perdono, sulla lotta contro l’ingiustizia ed ogni miseria fisica, morale, spirituale, sull’orientamento della politica, dell’economia, della cultura e della tecnologia al servizio dell’uomo e del suo sviluppo integrale».

Un mondo difficile, ma nel quale, con l’aiuto della grazia, è possibile costruire una civiltà nuova perché «l’ultima parola appartiene alla vita e all’amore, perché Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, affinché noi potessimo abitare in Lui» perché Gesù è stato donato totalmente da Dio all’uomo «per ottenere ad essi, con la sua morte, la riconciliazione». Un messaggio importante che il grande Papa espresse fin dall’inizio delle GMG e che la Chiesa ha continuato a ricordare ad ogni fedele, in particolare ai giovani di tutto il mondo e di ogni generazione.