La Droga e i giovani, tra scuola e famiglia: bene il convegno

Si è svolto durante la mattinata del 22 ottobre, con una partecipata presenza delle scolaresche, un interessante convegno sui problemi sociali legati al mondo delle droghe promosso dall’Ufficio Problemi Sociali e Lavoro (giustizia, pace, custodia del creato) della diocesi di Rieti presso l’auditorium Varrone.

«Il convegno “La Droga e i giovani, interazione tra scuola e famiglia” è una opportunità che la diocesi di Rieti – ha spiegato il direttore don Valerio Shangooffre alla scolaresca della nostra città, ma anche a tutti noi “educatori e adulti” per riflettere su questo flagello che affligge la nostra gioventù e dare loro la chance di una scelta libera basata su “dati scientifici” a tutela della vita e della propria salute. È un aiuto modesto che si dà altrettanto alle famiglie per una riconciliazione con le nuove generazioni in questo periodo in cui la Chiesa Universale sta vivendo un Sinodo straordinario sulla famiglia».

Ad illustrare il tema – dopo i brevi saluti del Vicario Generale del Vescovo di Rieti, della Dirigente ufficio scolastico provinciale e del Questore – è stato il Prof. Giovanni Serpelloni, esperto di droghe e dipendenze a livello nazionale, già Capo Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con l’ausilio di una nutrita serie di slide ha introdotto i ragazzi ai pericoli della tossicodipendenza, puntando particolarmente l’attenzione sulle nuove droghe sintetiche e sulle inedite modalità di distribuzione delle sostanze tramite internet. Un universo complesso nel quale nuove tecnologie e criminalità hanno sviluppato una perversa sinergia molto difficile da contenere e controllare.

Di conseguenza le contromisure più efficaci – al di là di un necessario sforzo di repressione – rimangono la corretta informazione e l’educazione. Temi che coinvolgono direttamente la famiglia e la scuola: due realtà che con il convegno la Chiesa locale ha rimesso al centro dei problemi, ma anche delle prospettive, della società.

Durante la mattinata è stata notata una certa assenza di partecipazione da parte delle istituzioni pubbliche, che pure dovrebbero avere a cuore i giovani e il loro sano sviluppo.

La chiusura dei lavori è stata affidata a don Fabrizio Borrello, responsabile diocesano per la Pastorale della Famiglia, che ha esortato i ragazzi a prendersi cura dei coetanei in difficoltà, a porre il problema del disagio, delle dipendenze, dei malesseri che incontrano agli adulti, aiutandoli a vedere e capire un mondo che spesso gli sfugge per condizione o per mancanza di strumenti.

A questo appuntamento sulle nuove dipendenze, seguirà il 15 novembre un incontro formativo “l’alcolismo, il disagio del consumo di alcol tra le giovani generazioni”, promosso dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute. Un evento che sottolinea la continua attenzione per il panorama sociale del nostro territorio da parte dei diversi uffici diocesani.

«C’è da sottolineare – spiega il direttore Nazzareno Iacopini – che gli ultimi dati del consumo di alcol tra le giovani generazioni sono a dir poco allarmanti. Si è anche abbassata l’età in cui i ragazzi provano il “primo goccetto” e la situazione sta diventando critica. Informare dei pericoli che l’uso e l’abuso di alcol dà al corpo ed allo spirito dei nostri ragazzi, credo sia un dovere. Oramai gli adolescenti vengono fatti bersaglio di continue offerte di alcol o droga, e non possiamo, non dobbiamo permettere che questo fenomeno cresca. È nostro compito, quali educatori, quale Chiesa combatterlo con tutte le armi che abbiamo a disposizione, prima tra tutte l’informazione».

Della Diocesi arriva dunque l’invito ad una vita sana, al rispetto dei principi e dei valori, a non sprecare l’esistenza nel consumo di sostanze che distruggono l’individuo nel corpo e nello spirito. Uno spreco di vita per abuso di alcolici e assunzione di droghe che spesso leggiamo nelle più tristi cronache dei nostri giornali.

Foto Massimo Renzi.