Al convegno sulle buone pratiche per i rifugiati “ConfrontiamoCI”, anche il contributo del direttore dell’Ufficio diocesano Problemi sociali e Lavoro.
Il contesto globale del nostro pianeta è in subbuglio a causa delle guerre, della fame, delle dittature… Così lo scacchiere geo-politico mondiale ha subito mutamenti sconvolgenti.
Le Frontiere si stanno globalizzando, sta emergendo un modo nuovo di essere cittadini: “senza patria”, cioè cittadini planetari.
Quindi il fenomeno delle migrazioni ci impone un triplice approcio nel governare le nazioni e promuovere una cultura vera della solidarietà.
L’Unione Europea in dialogo con l’ONU
L’ONU deve essere “garante della pace”, ma anche capace di riproporre con forza il rispetto dei diritti inalienabili di ogni persona a considerarsi “cittadino del mondo”, senza confini…. un modo per sancire la globalizzazione dell’accoglienza fondata sul diritto di una libera circolazione delle persone. L’UE ha il compito di salvare con ogni mezzo le vite umane, contro ogni forma di violenza sui barconi (bombardamenti, respingimenti), con il beneplacet dell’ONU.
L’UE in dialogo con il Tribunale Penale dell’AJA
Per spingere i Paesi dell’Africa, del Sud-Est Asiatico, del Medio Oriente a lavorare per la cultura della “pace” e della “giustizia”, occorre promuovere nei Paesi continuamente in conflitto per il potere i “principi irremovibili della democrazia dell’alternanza”. Sottoscrivere un patto di cooperazione multilaterale legato al rifiuto di ogni terzo mandato da concedere ai governanti di quei paesi che spesso modificano a colpi di false maggioranze le loro Costituzioni.
E chi si candida per un terzo mandato che se la veda direttamente con il Tribunale Penale dell’AJA. Altri provvedimenti possono accompagnare questa proposta: il congelamento dei conti bancari all’estero, il sequestro dei beni di quei politici corrotti e arroccati al potere per la vita, ecc.
L’UE in dialogo con l’Unione Africana
L’accoglienza dei migranti implica la modifica del Trattato di Dublino, l’accettazione di fatto del principio della libera circolazione delle persone. Ma ciò implica anche un alto senso di una mutua responsabilità nel creare nei Paesi di provenienza dei migranti le condizioni per una vita migliore (pace, giustizia…), lottando contro la povertà e la fame. L’Ue dovrebbe mettere anzitutto un embargo sulla vendita delle armi a queste nazioni e indirizzare la cooperazione per lo sviluppo (promozione dell’agricoltura, delle scuole, delle infrastrutture ospedaliere, ecc.). Sensibilizzare le varie Ambasciate sulla presenza dei loro popoli.
Conclusioni
L’Italia ha una tradizione profonda di accoglienza che non può essere messa a repentaglio dagli schiavisti sparsi nel nostro territorio, perché solo avvidi di soldi. Accolgo con favore le varie iniziative tutelate dalle leggi per una integrazione “umana” e “seria” dei migranti desiderosi di rimanere nel nostro Territorio (studio serio della lingua, la ricerca di un lavoro, di un alloggio degno,ecc.). Non si può affidare i minori in mano a gente sprovveduta di etica umana.
Si auspica che venga afffidato ad Istituzioni competenti il controllo permanente di questi centri e delle Cooperative per evitare sfruttamento ed altri abusi.
Il principio della volontarietà nell’accogliere i migranti deve essere sostenuto da un dialogo a monte fra Prefettura, Sindaci e Parroci della Diocesi che possono avere un occhio locale di controllo sui nuovi insediamenti. Il semplificare la “burocrazia” trasferendo ai comuni il mandato di istruire ogni pratica di permanenza in Italia. Con il loro parere, il Ministero dell’Interno si può muovere nel rilascio dei titoli di soggiorno, della carta sanitaria, della cittadinanza, ecc.