Chiesa di Rieti

«Dio spera in noi!». Lectio Giubilare del vescovo a Poggio Bustone sul perdono e la speranza

A Poggio Bustone, fa tappa il ciclo delle Lectio del Vescovo nelle chiese giubilari della diocesi. Don Vito ha riflettuto sul perdono e sulla speranza a partire dalla parabola del "Padre misericordioso", esortando i fedeli a entrare nella logica dell’amore del Padre

Ha preso il ciclo delle Lectio proposte dal vescovo Vito nelle chiese giubilari della diocesi di Rieti. Un percorso che in questo Anno Santo dedicato alla Speranza si intreccia con le speciali catechesi che il pastore sta tenendo nelle parrocchie della diocesi. Il primo appuntamento, aperto a tutta la comunità, è stato giovedì 13 marzo a Poggio Bustone. L’incontro ha offerto una riflessione intensa sul tema della misericordia e della speranza. Salutando i presenti, il vescovo ha richiamato il valore spirituale di Poggio Bustone, il luogo dove, secondo la tradizione, san Francesco ricevette il perdono che gli portò pace interiore e rinnovato slancio. Un’esperienza che richiama la pagina evangelica al centro della Lectio: quella del Padre misericordioso, che racconta il ritorno di un figlio perduto all’abbraccio del padre. «Anche noi, come Francesco, siamo chiamati a lasciarci perdonare e a riconoscerci figli amati, senza paura di tornare a Dio» ha affermato il vescovo, che ha affidato la lettura del capitolo 15 del Vangelo di Luca a padre Renzo Cocchi.

Si è poi andati al cuore della Parola, meditando l’intreccio di significati presenti nella pagina. Nella parabola del Padre misericordioso, ad esempio, risuona un invito a riscoprire la centralità della relazione con Dio e con gli altri. «Noi spesso entriamo in chiesa con l’impermeabile», ha detto il vescovo, sottolineando la difficoltà che ciascuno ha nell’accogliere davvero la Parola di Dio come un messaggio personale, piuttosto che come qualcosa destinato ad altri. «Pensiamo che la Parola sia per mio marito, per mia moglie, per i miei figli, per i miei genitori. Per l’altro. Ma quella Parola è per me».

Con la figura del padre misericordioso, il vescovo ha illustrato l’amore di Dio, capace di oltrepassare ogni limite umano. A volte pensiamo che il Signore ci accolga solo quando torniamo con le parole giuste, con una scusa ben costruita. Ma Dio non attende le nostre formule: corre verso di noi, ci abbraccia, ci restituisce dignità prima ancora che apriamo bocca. «Dio ha fede in noi. Dio ha speranza in noi. Dio ama noi. Dio ci spera!», ha affermato con forza il pastore, spiegando che la speranza cristiana non è un atto di ottimismo generico, ma la certezza di essere sempre attesi, accolti e riconosciuti da Dio come figli.

l racconto del figliol prodigo, superficialmente letto come la storia di un solo figlio che si allontana e ritorna, mostra inoltre una prospettiva più ampia: «Quella parabola non parla solo di un figlio perduto, ma di due figli che si sono smarriti, ciascuno a modo proprio». Da un lato il più giovane, che chiede la sua parte di eredità e se ne va, dall’altro il maggiore, che rimane in casa ma vive la relazione con il padre come un obbligo, senza mai accorgersi della gioia che gli è offerta. «Si può essere fisicamente vicini, ma interiormente lontani», ha osservato il vescovo.

Alla fine della parabola, il padre esce di casa anche per il figlio maggiore, invitandolo a partecipare alla festa per il ritorno del minore. Quel padre non smette di aspettare nessuno. Non si accontenta di aver ritrovato il figlio più giovane, vuole che anche l’altro figlio entri nella gioia. «L’evangelista non ci dice se il figlio maggiore entra o no, perché quella domanda è aperta per ciascuno di noi», ha detto il vescovo, invitando i presenti a interrogarsi sulla propria disponibilità a entrare nella logica della misericordia.

Nel raccoglimento della Lectio, il messaggio è stato chiaro: la speranza richiamata dal Giubileo non è solo una promessa, ma una chiamata a rispondere all’amore di Dio. Il Signore non smette mai di sperare in noi. Siamo noi che talvolta ci allontaniamo, ma il Suo sguardo non si distoglie, il Suo desiderio di ritrovarci non viene meno. «Dio ci spera. Dio ci attende», ha concluso il vescovo. «Sta a noi scegliere se rimanere fuori o entrare nella festa».

Le Lectio Giubilari continueranno nelle prossime settimane con altri incontri quaresimali: giovedì 20 marzo presso il Santuario di Greccio e mercoledì 26 marzo nella Cattedrale di Rieti. Il percorso culminerà martedì 12 agosto al Templum Pacis del Terminillo, offrendo un’ultima occasione di riflessione e preghiera nel cuore dell’estate.