Ce lo ricorderemo tutti il concerto di Malika Ayane dello scorso novembre. Anche chi ha fatto a meno di andarci. È stato un importante capitolo nella storia della città, scritto con tenace convinzione dall’Assessore alle Culture Diego Di Paolo.
Come non essergli grati: con un investimento di appena 10.182 euro (iva inclusa!), è riuscito a realizzare lo spettacolo a costo zero.
Un risultato eccezionale, ottenuto con fin troppa modestia dalla nuova Amministrazione. Per fortuna l’amorevole cura di qualche consigliere di opposizione ci ha permesso di riconoscere i meriti dell’Assessore, la generosità della cantante, l’altruismo del suo staff.
Grazie ai buoni uffici dell’astuto Di Paolo, artisti e tecnici si sono infatti accontentati di poter usare per cinque giorni il “magnifico teatro con l’acustica migliore d’Europa” a titolo gratuito, maestranze comprese.
Di fronte a tanta disponibilità, bene ha fatto il Comune a pagare il vitto, l’alloggio e la bolletta della luce di questi importanti ospiti. Una virgola in meno sarebbe stata una imperdonabile scortesia.
Grazie a questa oculata politica culturale, i reatini hanno potuto assistere alla prova generale della tournée della cantante al solo costo del biglietto: un vero affare!
Ha ragione Di Paolo: è stato un buon investimento. Non solo alla Ayane hanno fatto subito seguito i Negrita, ma si annunciano corpose novità. Dovrebbero arrivare un «importante comico» (Panariello, Brignano, Totò?) e «un importante gruppo della scena rock italiana» (saranno gli Afterhours, o quei Cugini di Campagna già arruolati nei giorni del peperoncino?)
Non sappiamo se almeno loro pagheranno per il teatro, ma volete mettere la soddisfazione, il lustro, il ritorno di immagine che potranno dare alla città?
Eppure non si riesce mai ad accontentare tutti. Qualche detrattore lo si trova sempre. Qualcuno ha addirittura cominciato a dire che la faccenda è uno scivolone per l’intera Giunta. Che ingenui: è il prezzo della gloria. Non sanno che giocare in serie A ha il suo costo?
Ma poi che importa, quel che conta è il risultato: città e teatro nel “giro buono”. Finalmente Rieti è stata accolta nel «circuito degli allestimenti di tournée e di concerti dei principali artisti italiani».
E dire che qualcuno si ostina a vedere in queste conquiste un segno di inedito provincialismo, di inaspettata subalternità culturale.
Ma Di Paolo è magnanimo con i suoi detrattori: con la pazienza del maestro elementare li rimbrotta. I poverini non “comprendono”, né “recepiscono”, «la sostanziale differenza tra la realizzazione di un concerto a costo zero e la promozione del nostro teatro nei circuiti nazionali».
Amici lettori, saremo i soliti somari, ma non lo comprendiamo neanche noi!