Dicembre: l’inverno marcia di gran carriera

Neve

Dicembre: ed ecco che l’inverno marcia di gran carriera. Anche se nella fase attuale sembra aver smarrito la strada, specie se si pensa all’improvvisa accelerazione subita nel mese di novembre, in particolare nell’ultima sua decade. E anche prima di tale periodo, la stagione autunnale si era trascinata quasi nel totale anonimato.

Se analizziamo complessivamente l’intero periodo autunnale, possiamo affermare che l’autunno 2013 è stato molto più asciutto rispetto al precedente e soprattutto molto più caldo.

Ma come? Verrebbe da chiedersi, visto quanto accaduto in Sardegna. Domanda legittima se non fosse per due fattori. Primo: questa analisi riguarda per lo più il territorio della nostra provincia.

Secondo, e molto più importante, i bilanci si tirano analizzando l’intera stagione e non un’unica fase o un singolo episodio. E proprio prendendo in esame l’intera stagione ci si accorge di un settembre ed un ottobre anonimi e un novembre in linea con quanto c’era da attendersi. Senza dimenticare che la statistica vuole proprio il mese dei defunti come il più piovoso in assoluto.

Quindi solo 1/3 dell’autunno ha risposto ai canoni richiesti. Va altresì ricordato e sottolineato che ad ottobre abbiamo avuto una lunga fase secca e accompagnata da temperatura abbondantemente superiore alle medie previste. Tirando le somme, si potrebbe definire una stagione in linea con le medie, ma caratterizzata da eccessi. Una prima parte calda e asciutta, una seconda ricca di precipitazioni e più fresca.

Ciò detto, ricordiamo anche che la responsabilità delle catastrofi legate alle abbondanti precipitazioni, non va ricercata solo negli eventi atmosferici, ma soprattutto nell’incuria con cui è gestito il territorio.

Fatti i bilanci, proviamo come al solito ad azzardare qualche previsione per l’inverno che verrà, precisando che si tratta di una linea di tendenza basata su pochi elementi e pronta ad esser smentita. Comunque sia, possiamo immaginare una stagione normale dal punto di vista delle precipitazioni, ma complessivamente più calda della media.

Ciò significa che, avremo dei periodi avari di precipitazioni, ma questo elemento fa parte dell’inverno mediterraneo . Al contrario di ciò che vuole l’immaginario collettivo, una parte dell’inverno è caratterizzata da stasi atmosferiche che prendono il nome di “secche invernali”. Queste dovrebbero concentrarsi tra le fine di dicembre e il mese di gennaio, soprattutto nella sua prima parte.

Poi si avrà una ripresa dei fenomeni , ma non dovrebbero risultare particolarmente intensi. Il rovescio della medaglia, durante le alte pressioni invernali, sta nella formazione di banchi di nebbia nelle valli, che potranno risultare anche molto persistenti. Mentre il sole splenderà sulle alture.

Termicamente la stagione risulterà piuttosto mite. Ciò non vuol dire che si potrà andare a passeggio con short e magliettina, né si può pensare di non fare uso del riscaldamento domestico, ma complessivamente avremo temperature superiori alle medie invernali.

Ovviamente l’analisi si basa su quanto potrebbe accadere nel corso dell’intera stagione. L’ inverno abbraccia un arco di circa 100 giorni. Di questi, la maggior parte sarà più mite, ma si avranno fasi, magari non durature , in cui “il generale” si farà sentire.

Ricordando anche che la presenza delle fastidiose nebbie costituisce uno scudo all’irradiamento solare, quindi nelle valli si percepirà un po’ più di freddo, accentuato ulteriormente dall’alto tasso di umidità.

Probabilmente la stagione invernale seguirà lo stesso trend dell’autunno. Ossia alternerà lunghe fasi anonime e noiose ad episodi più consoni al periodo. Sicuramente questi ultimi troveranno maggior riscontro sui media, così da far apparire la stagione più cattiva di quella che è .