Delibere iniziativa popolare, la partecipazione fa paura?

Impraticabilità dal punto di vista amministrativo? Per Rieti Virtuosa la bocciatura di 3 delibere di iniziativa popolare su 4 arrivata dal consiglio comunale di Rieti sulla scorta di pareri tecnici definiti ”negativi” altro non è che un ”paravento” per non lavorare da subito su tre proposte importantissime per la città firmate da oltre 800 cittadine e cittadini di Rieti: la ripubblicizzazione di Asm e Sogea, la scelta degli scrutatori elettorali a sorteggio per evitare i ”voti di favore” con il 50% destinato ai disoccupati, ed una Rieti dove il consumo di nuovo suolo non fosse a scapito delle residue aree agricole.

Se infatti Rieti Virtuosa è soddisfatta per l’approvazione della delibera presentata insieme a Cittadinanzattiva e Sabina in Movimento sul bando di idee per un progetto europeo di mobilità sostenibile con ripristino ambientale delle aree ex industriali che auspichiamo venga concretizzata al più presto, non può che ribadire che gli ordini del giorno votati ieri e presentati dal sindaco per assumere “i principi ispiratori delle iniziative popolari e che ci guideranno nel prossimo futuro” rischiano di rappresentare, come rimarcato da consiglieri di opposizione, degli “innocui contentini” destinati probabilmente a non portare ad alcun risultato concreto. Basti pensare che alcune delle questioni bocciate facevano parte addirittura del programma elettorale dell’attuale maggioranza e c’è voluta la caparbietà dei proponenti delle delibere per portarle all’attenzione del consiglio dopo oltre due anni di totale silenzio.

Entrando nel merito tecnico, ricordiamo che delle 4 delibere che abbiamo presentato, 2 non hanno avuto pareri negativi, nonostante ieri mattina sindaco e numerosi consiglieri continuassero a dichiarare che per tutte e 4 c’erano pareri negativi, a dimostrazione anzitutto che sono davvero stati in pochi a leggere sia le delibere, sia i pareri dei dirigenti, sia le controdeduzioni e relazioni che abbiamo prodotto nei lavori di commissione, le quali non hanno peraltro portato al Consiglio delle relazioni di merito. La sensazione che abbiamo avuto è che la maggioranza si sia fatta ispirare più che da letture personali dal ”sentito dire”. La delibera sulla mobilità sostenibile aveva esplicitamente dei pareri favorevoli nonostante l’intenzione iniziale della maggioranza fosse quella di non approvarla.

Per la delibera sugli scrutatori, il parere di Preite – definito negativo e che negativo non era – è stato smontato dalla relazione di accompagnamento presentata da Marco Giordani in commissione, che tuttavia gli stessi componenti della commissione pare si siano guardati bene dal leggere.

In merito alla delibera sull’urbanistica, è stato argomentato che era necessaria prima la variante al piano regolatore. Ma, non avrebbe potuto proprio la delibera del consiglio dare il via alla decisione di varare una variante?

Su Asm e Sogea i consiglieri si sono aggrappati ad un parere tecnico negativo che non era fondato su alcuna valutazione economica (tipo ”costa troppo”), poi però solo pochi giorni fa lo stesso consiglio ha votato una delibera che dà il via alla gara a doppio oggetto non supportata da alcun parere finanziario e tecnico giuridico.
Quale il bilancio davanti all’esito delle proposte? Abbiamo obbligato il consiglio perlomeno a discutere di temi fondanti per un’amministrazione comunale, che finora erano rimasti “tabù”.

Non solo, abbiamo obbligato l’Amministrazione a fissare un OdG su temi proposti dai cittadini, di interesse generale e in trasparenza.

Un esercizio di quella democrazia partecipata che ha tappezzato la città nel corso della campagna elettorale. Per questo è oltremodo grave la proposta lanciata, durante l’assise di ieri, dal consigliere di maggioranza Emanuele Donati, volta a limitare la possibilità per i cittadini di presentare delibere di iniziativa popolare sui temi importantissimi dell’urbanistica, del bilancio e relativi alle questioni elettorali – in pratica i temi delle 4 delibere discusse ieri – per evitare il rischio di veder arrivare troppe delibere che non siano ammissibili dal punto di vista tecnico. Una proposta che riteniamo pericolosa in quanto minerebbe gli spazi di democrazia partecipata oltre che non rispettosa dello sforzo popolare profuso per migliorare la città in cui viviamo.

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