Da Nord a Sud Migrantes fa fiorire le esperienze

Oltre un centinaio negli ultimi tre anni le iniziative messe in campo dalla Chiesa italiana attraverso il coordinamento della Migrantes, a livello diocesano, regionale e nazionale. Accoglienza e tutela dei migranti e di chi vive la mobilità, oltre che di minoranze come i rom, mentre cresce anche la presenza italiana all’estero.

Una Chiesa che accoglie. Questa l’immagine che emerge scorrendo le molteplici iniziative – oltre un centinaio negli ultimi tre anni – messe in campo dalla Chiesa italiana attraverso il coordinamento della Migrantes, a livello diocesano, regionale e nazionale. Accoglienza e tutela dei migranti e di chi vive la mobilità, oltre che di minoranze come i rom: in particolare, italiani all’estero, sempre più numerosi, e immigrati in Italia, sempre meno numerosi.

All’estero, è interessante l’iniziativa della Missione Cattolica Italiana di Mosca (frequentata da oltre 6mila persone), che propone un gesto di carità: con cadenza mensile (ogni primo sabato del mese) la Missione – spiega il missionario don Giampiero Caruso – “aiuta le Suore di Madre Teresa di Calcutta, nella loro casa di accoglienza di ragazzi down e disabili, in ciò che ogni volta loro ci chiedono”.

Dall’estero all’Italia: la Migrantes di Massa Carrara-Pontremoli ha realizzato, nel 2014, diversi spettacoli teatrali per la rassegna “Intercultura in scena”, con lo scopo di offrire un approccio all’intercultura attraverso il palcoscenico. E ancora integrazione dei rom in Abruzzo con la sensibilizzazione, da parte della Migrantes, degli enti e della comunità mediante l’istituzione di un tavolo di lavoro e cicli di seminari formativi, un laboratorio interculturale nelle scuole primarie, l’accompagnamento di minori rom nel loro percorso scolastico, la promozione di tirocini formativi e corsi di formazione, attività di orientamento e sostegno alla creazione di libera impresa. Un progetto specifico in tal senso è “Gli uomini si liberano insieme”, promosso da Migrantes, Caritas e Ufficio scuola della diocesi di Teramo. Nel corso degli ultimi due anni la Migrantes si è inoltre attivata, con la Facoltà di scienze politiche dell’Università di Teramo, per promuovere seminari informativi sul tema dei rom e, in sinergia con la regione Abruzzo, lavora per l’apertura e il mantenimento di tavoli di lavoro e sensibilizzazione sul fenomeno. “Facciamo la pace” è, invece, il progetto della Fondazione Migrantes nell’Eparchia di Lungro, indirizzato alla convivialità tra culture, al dialogo tra religioni e alla solidarietà sociale. Attraverso la realizzazione di classi di sostegno, l’intento è fornire servizi essenziali per l’integrazione scolastica dei minori figli d’immigrati nell’ambito della generale offerta formativa nazionale.

Dal Sud al Nord: a Ferrara la nascita, dieci anni fa, su iniziativa della Migrantes diocesana, dell’associazione Badanti Nadiya, con circa 1.500 iscritte, tutte donne, di 14 nazioni diverse. Ascolto, orientamento, formazione, informazione e sostegno economico sono alcune delle attività, oltre a una Casa di accoglienza Nadiya, con 6 appartamenti e 18 posti letto: un’accoglienza e una tutela cresciute da quando è iniziato il conflitto tra Ucraina e Russia dopo i fatti della Crimea. A Cremona è attivo il progetto “La fede non ha colore” per l’aiuto concreto alle comunità etniche cattoliche degli africani francofoni e dei rumeni. E sempre a Cremona è partito “Un lavoro a colori”, per la realizzazione di 5 inserimenti lavorativi di rifugiati da parte della Cooperativa “Carità e Lavoro”.

Di nuovo al Sud dove, nei giorni scorsi, la Caritas di Reggio Calabria, attraverso i Centri di ascolto Migrantes e la Casa di accoglienza “Cav Angela Morabito”, ha lanciato un’iniziativa per dare una risposta concreta ad alcune necessità emergenti. Tra queste, la condizione di molte badanti che si ritrovano da un momento all’altro senza più un lavoro (a causa della morte dell’anziano assistito), né un posto dove dormire. E anche donne che subiscono violenze domestiche e trovano il coraggio di ribellarsi. “Sosta di Speranza” – questo il nome del progetto reggino – rappresenta un sostegno tangibile e innovativo che impedisce a queste persone d’intraprendere, per evidenti difficoltà, percorsi sbagliati o rimanere vittime di violenze e soprusi. Si tratta di un servizio “a bassa soglia, che si propone di offrire a queste donne un’accoglienza temporanea ed esclusivamente notturna con un numero di 4 posti letto per un massimo di quindici giorni”. Infine, interessante l’idea che ha avuto, in Puglia, l’associazione MamApulia: un’applicazione telefonica e per computer per educare i bambini della scuola materna ed elementare a conoscere e accogliere i loro coetanei provenienti da 190 nazionalità diverse. Una fantasia per leggere l’esperienza migratoria che caratterizza la Migrantes, sostenuta anche dalle risorse che le parrocchie raccolgono ogni anno nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.