Chiesa

Da campo minato a campo di pace: la prima Messa sul Giordano

Dopo oltre cinquant’anni, la festa del Battesimo di Gesù è stata celebrata nel santuario sulle rive del Fiume Giordano: l’area, che si trova a est di Gerico e sulla sponda occidentale del Giordano, era stata resa inagibile in seguito alla guerra del 1967

Dopo oltre cinquant’anni, la festa del Battesimo di Gesù è stata celebrata nel santuario sulle rive del Fiume Giordano. Nella mattina il Custode di Terra Santa fra Francesco Patton ha presieduto per la prima volta una Messa fuori dalla cappella dedicata a San Giovanni Battista a pochi metri dalle sponde del fiume, dove secondo il Vangelo, Gesù ricevette il Battesimo. L’area, che si trova a est di Gerico e sulla sponda occidentale del Giordano, era stata resa inagibile in seguito alla guerra del 1967, quando divenne campo minato e zona militare. In quell’area sono otto le Chiese cristiane che annoverano terreni di proprietà: la Chiesa Cattolica, rappresentata dalla Custodia di Terra Santa, e quelle Greco Ortodossa, Armena, Copta, Etiope, Rumena, Siriaca e Russa.

Un’area rimessa a nuovo

Il luogo, conosciuto con il nome di Qasr al-Yahud, “castello degli ebrei”, in memoria del passaggio del fiume da parte degli israeliti in arrivo nella Terra promessa (Gs 3,14-17), era stato parzialmente ripulito dalle autorità israeliane nel 2000 per la visita di Papa Giovanni Paolo II in Terra Santa e aperto ai pellegrini nel 2011. Solo nel 2018, però, grazie all’opera di sminamento delle autorità israeliane e della ong britannica Halo Trust, per i cattolici è stato possibile accedere all’area della cappella, la cui costruzione risaliva al 1935. Dopo i lavori di manutenzione e messa in sicurezza del sito, la data simbolica per la prima Messa nel santuario restaurato è stata proprio quella della festa del battesimo di Gesù.

Una nuova pagina

“Era il 7 gennaio del 1967 quando due sacerdoti celebravano per l’ultima volta la Santa Messa in questo santuario e firmavano il registro delle Messe che Fra Sergey ha potuto recuperare il 9 agosto del 2018, entrando nel conventino dopo che il terreno era stato appena sminato […]”Così nell’omelia il Custode di Terra Santa fra Francesco Patton. “Oggi, a distanza di 54 anni e 3 giorni, – ha proseguito – al termine di questa celebrazione, riapriremo questo stesso registro, volteremo pagina e su una pagina nuova potremo scrivere la data di oggi, per testimoniare che questo luogo, che era stato trasformato in un campo di guerra, un campo minato, è tornato ad essere un campo di pace, un campo di preghiera”.

Un messaggio di speranza

“Nel Battesimo al Giordano, Gesù non si immerge solo nelle acque del fiume, ma nella nostra umanità, nelle nostre debolezze e difficoltà, si immerge nelle nostre sofferenze. Lui, il Santo che non conosce peccato, si immerge – ha spiegato fra Patton – nel nostro peccato e lo prende su di sé con tutto ciò che ci rende incapaci di vivere da figli di Dio. Comincia la sua missione pubblica, e dove comincia la missione di Gesù, lì comincia anche l’annuncio della nostra salvezza!”. Il Custode di Terra Santa ha voluto porre l’accento sul messaggio di speranza rappresentato dal santuario: “Qui in questo luogo possiamo tornare a celebrare e ripresentare non solo il battesimo di Gesù, ma anche il suo sacrificio di riconciliazione. Un luogo che conserva e conserverà le cicatrici delle ferite che gli sono state inferte più di 50 anni fa, ma che al tempo stesso diventerà un segno: il segno – speriamo – di una pace possibile, di una riconciliazione e di un rinnovamento dei popoli, che arrivi a unire non solo le due sponde di questo fiume santo e i popoli che abitano sulle sue rive ma l’umanità intera”. “Che questo luogo – è stato l’auspicio – possa diventare il segno della sconfinata capacità che ha Dio di accogliere e rinnovare l’umanità intera. L’umanità – ha spiegato – che ha bisogno di essere riconciliata immergendosi nell’onda dello Spirito Santo, come già Giovanni aveva preannunciato sulle rive di questo Giordano, preannunciando la missione di Gesù e il battesimo nuovo che avrebbe amministrato”.

Immersi nell’acqua

Alla Messa, a cui hanno preso parte solo una cinquantina di persone, a causa delle restrizioni delle autorità israeliane per l’emergenza sanitaria, era presente anche monsignor Leopoldo Girelli, nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina, oltre che il Console Generale d’Italia Giuseppe Fedele, la vice Console Generale di Spagna Paloma Serra e autorità militari israeliane. Fra Francesco Patton ha voluto ringraziare pubblicamente il presidente d’Israele Reuven Rivlin “per aver fortemente voluto la restituzioni di questi luoghi santi alle Chiese”. Proprio la questione del sito del battesimo è stata oggetto dei colloqui che in questi anni il Presidente Rivlin ha avuto con Papa Francesco nel 2015 e nel 2018. Dopo l’incensazione e la firma simbolica del registro delle messe del santuario, i francescani si sono recati in processione per un momento di preghiera sul secondo altare di proprietà dei francescani per poi spostarsi sulle rive del Giordano. Lì il Custode di Terra Santa – con un gesto simbolico – ha tolto i sandali e ha poi immerso i piedi nelle acque del fiume.

Un rito antico

La celebrazione della memoria del Battesimo di Gesù sulle sponde del Fiume Giordano è accertata già dal VI secolo e i frati francescani della Custodia di Terra Santa vi si recavano ogni anno in pellegrinaggio almeno dal 1641. Dopo i decenni di abbandono a causa dell’impossibilità di accesso, i parziali restauri del 2011 hanno fatto sì che l’area di Qasr al-Yahud potesse essere nuovamente meta di pellegrinaggi. I francescani da alcuni anni vi si recavano nel giorno del Battesimo di Gesù per celebrare una Messa all’aperto impartendo il Battesimo ad alcuni bambini. Prima della chiusura a causa dell’emergenza coronavirus, migliaia di persone visitavano il sito ogni anno: 650.000 nel 2017 e 720.000 nel 2018, secondo i dati delle autorità israeliane. Ad oggi i lavori nel sito di Qasr el-Yahud sono ancora in corso, in coordinamento con le autorità palestinese e le autorità giordane, secondo i termini del Trattato di pace Israele-Giordania del 1994.

Lo sviluppo futuro

Il governo israeliano ha stanziato 10 milioni di shekel per lo sviluppo del sito e 5,5 milioni di shekel per lo sminamento dell’area. Secondo le autorità israeliane, i futuri interventi nel sito del Battesimo di Gesù, saranno la ristrutturazione ed estensione della piattaforma di accesso al fiume, con ulteriori aree per la preghiera, oltre che le facilitazioni per permettere ai disabili di accedere al sito. Previsto anche l’ampliamento del parcheggio con area di sosta, la costruzione di un nuovo ingresso al sito con cancello, negozio, centro informazioni e centro visitatori, la costruzione di nuovi servizi igienici, di nuovi spazi ombreggiati e di nuove strutture per l’amministrazione e la manutenzione, il miglioramento delle infrastrutture per l’acqua dolce, le acque reflue e l’elettricità. È inoltre allo studio un ulteriore progetto, stimato in 4 milioni di shekel, per aumentare i livelli e migliorare la qualità dell’acqua del fiume Giordano.

da Vatican News