Martedì 7 giugno l’Auditorium dei Poveri, ha ospitato la giornalista Costanza Miriano (anche scrittrice, blogger e promotrice degli ultimi due Family Day) per presentare il suo ultimo libro Quando eravamo femmine (Sonzogno editore).
È la sua quarta pubblicazione, dopo Sposati e sii sottomessa, Amala e muori per lei e Obbedire è meglio. Ma Costanza è soprattutto una donna e una mamma, e lo si capisce leggendo i suoi libri, diventati un caso letterario in Italia e non solo. Pagina dopo pagina si percepisce che la famiglia non è il mondo sbiadito dal quale derivano tutte le nostre ansie, bensì il nucleo fondamentale che ci aiuta a risolverle.
Questa la verità che la scrittrice sente di dover testimoniare con quella semplicità che spiazza e affascina. Costanza è una femminista, ma in modo atipico e fuori da qualsiasi schema del passato o dogma di partito. Con un gruppo di compagne che va via via allargandosi, ribadisce un diritto che oggi le donne hanno disimparato a desiderare: poter essere lavoratrici, ma anche madri, poter vivere in una società nella quale non si è obbligate a scegliere tra queste due componenti così importanti. Il suo mantra è “fare spazio”.
Nella propria vita bisogna fare spazio agli altri, smettere di vivere sempre concentrati sul proprio ombelico. Solo in questo modo si può essere giornalista, autrice di libri di successo, organizzatrice di raduni con milioni di persone, super-mamma di quattro figli e moglie innamorata, senza perdere la voglia di fare, senza quell’aria “bacchettona” e moralista, esprimendo unicamente il desiderio di impararsi a vicenda, con tutti gli ospiti della propria storia, graditi o meno.
Qualcuno si potrebbe chiedere: «Dov’è il trucco? Come fa una persona a essere tutte queste cose? Dove trova la fonte inesauribile di energia che la mette in movimento? Nei soldi, nel successo, nella politica?». In effetti il trucco c’è, ma è molto più grande di quello che ci si immagina: il trucco è un amore grandissimo per lo Sposo Numero Uno, Gesù Cristo, che si riversa in tutte le cose che fa, e la rende capace di non stancarsi mai di spendersi per gli altri.
La fonte inesauribile di energia è la Chiesa, che sempre ci ricorda l’amore e la misericordia che Dio ha per tutti gli uomini, quella Chiesa, santa e peccatrice al tempo stesso, che Costanza non si vergogna di amare. «Sono le persone che Lui ti ha affidato che contano, non la fama che accumuli con quattro libri», sembra dire con la sua vita, una vita che brilla di una forza materna sbalorditiva. L’invito a partecipare è aperto a tutti, ai critici come ai fedelissimi, perché questo messaggio di bellezza, nel bene o nel male, non può passare inosservato.
Foto di Massimo Renzi.