Televisione

Cosa c’è dopo Rai Movie e Rai Premium?

Fra le ipotesi per il futuro palinsesto Rai, quella di due nuovi canali costruiti per generi, orientati prevalentemente l’uno al pubblico femminile e l’altro al pubblico maschile

Nell’ambito del nuovo piano industriale, i vertici Rai hanno preannunciato la chiusura di Rai Movie, canale dedicato interamente al cinema, e Rai Premium, dedicato alla fiction e alle produzioni seriali. Il primo ha il pregio di offrire il genere più apprezzato sul digitale terrestre, il cinema appunto. Il trend di ascolti del canale è in crescita e anche questo è un elemento che rende difficilmente comprensibile la decisione, anche rispetto all’importanza di un genere che dalle sale cinematografiche si è progressivamente spostato sul piccolo schermo per la fruizione degli spettatori.

In un nota la Rai ha spiegato che “per quanto concerne il contenuto cinematografico si è ritenuto di procedere a una migliore razionalizzazione dell’offerta in base alla composizione del pubblico e per questo motivo l’offerta cinematografica sarà ancora più presente su più canali”. Resta da vedere quanto e come.

Rai Premium è invece un canale seguito in maggioranza dal pubblico femminile, molto riconoscibile anche se privo di contenuti originali e capace di raggiungere negli anni picchi di ascolti con prodotti seriali.

L’annuncio della Rai Movie ha mobilitato molti noti attori, scesi in campo per difendere il cinema, e ha suscitato la reazione del popolo del web che sui social ha espresso tutto il proprio disappunto per questa decisione. L’amministratore delegato della Rai Salini ha precisato che “nel 2018 sono stati programmati circa 360 titoli unici, cioè un film al giorno, con un tasso di replica di 10 o 12 volte a titolo, mentre il piano industriale prevede l’incremento dell’offerta cinematografica”.

Fra le ipotesi per il futuro palinsesto Rai, quella di due nuovi canali costruiti per generi, orientati prevalentemente l’uno al pubblico femminile e l’altro al pubblico maschile. Anche questa prospettiva ha suscitato qualche reazione polemica, ma la Rai ha voluto respingere “l’immagine di prodotti appartenenti a una discriminazione di genere basata su modelli relativi ad anni passati”, che “appartiene a una narrazione fuori dal tempo, dalla logica, dall’interesse dell’attuale management e completamente priva di ogni fondamento”.

A quanto ha riferito la Rai, la nuova offerta porterà a una programmazione in grado di soddisfare una platea sempre più ampia, ma la strategia di modificare qualcosa che funziona bene appare comunque alquanto rischiosa sulla carta. I due canali in questione hanno buoni ascolti e costi contenuti, mentre quelli che dovrebbero sostituirli difficilmente potranno raggiungere gli stessi risultati.

Dopo gli annunci e le reazioni, non resta che aspettare la composizione effettiva dell’offerta, auspicando che essa – pur tenendo conto dell’inevitabile caccia agli ascolti – possa comunque garantire innanzitutto la qualità dei programmi e onorare la missione di servizio pubblico che è nella natura specifica della Rai.