Congresso eucaristico nazionale: mons. Canessa, “un po’ più di umiltà” per accogliere il dono della misericordia

Serve “un po’ più di umiltà” per saper accogliere e apprezzare il dono della misericordia

Lo ha detto monsignor Martino Canessa, vescovo emerito di Tortona, nell’omelia della Messa che ha aperto, nella cattedrale di San Lorenzo, la seconda giornata del Congresso eucaristico nazionale. “Per apprezzare un dono sul serio occorre sentirsi poveri”, ha esordito il vescovo: “Se non abbiamo coscienza della nostra povertà non apprezzeremo in modo sicuro il dono della misericordia”. Ci vuole “un po’ più di umiltà per essere in sintonia con il Figlio di Dio”. Poi Canessa ha tracciato l’identikit di una persona umile. In primo luogo, ha detto, “una persona umile ha la coscienza dei propri limiti morali”, come Zaccheo e innumerevoli altre figure del Vangelo. “Gesù ha fatto crescere le persone coscienti dei propri limiti”: per questo “occorre avere coscienza dei propri limiti e inginocchiarsi con frequenza per il sacramento della riconciliazione”. La persona umile, inoltre, è quella che “facendo una fotografia del suo cammino riconosce che tanti doni non sono frutto del suo lavoro”: di qui la necessità di ringraziare il Signore “per il dono della vita, della salute, dell’intelligenza, di una famiglia che possa funzionare bene e andare avanti”. Infine, la persona umile è quella “che accetta di non capire tutto, soprattutto quando si tratta dell’agire di Dio. Dice il suo sì anche quando non capisce tutto”, come Maria.