Gli stati generali dei Comuni dimenticati di Amatrice hanno avuto il sapore, sperando che non lo perdano, di una coscienza rinnovata e una visione critica rispetto al passato nei confronti delle istituzioni: disobbedienza, nel rispetto della legge, ma disobbedienza è stato il concetto di fondo.
Anzitutto sindaci di comuni montani e marini, del nord e del sud, hanno dimostrato di avere problemi analoghi e la medesima voglia di risolverli, in nome del fatto che tra la gente ci vivono veramente e ne conoscono i problemi.
Tanta passione, competenza, forza di volontà, spesso brutalmente neutralizzate da leggi proibitive, astratte, inapplicabili, insensate.
Ascoltando sindaci battaglieri e competenti snocciolare le difficoltà di applicare direttive non pensate per piccoli centri, elaborate da uno Stato che taglia pochi spiccioli per i consiglieri comunali ma non i milioni di euro per stipendi d’oro di amministratori regionali e politici “romani”, dirigenti e baroni, che stanzia milioni di euro per le emergenze ma non aiuta per i piccoli lavori ordinari, si comprende bene quanto siano disponibili ancora per poco a guardare impotenti e con deferenza le alte istituzioni centrali.
Unanime è stata la perplessità sulle politiche attuali del Governo, orientate a riformare il Senato, che non serve, o a rosicchiare qualche centesimo agli sprechi.
Manca una vera volontà e un coraggio determinato per mettere in condizione quei piccoli frammenti di italianità di sistemare gli organici, i conti, i territori, progettare la spesa.
Se si pensa che a Palazzo Chigi il presidio sanitario della Presidenza del Consiglio costa milioni di euro l’anno e che si vogliono chiudere ospedali in località disagiate e difficilmente raggiungibili, questo veramente suona come un’offesa al comune sentire e un insulto alla logica e alla ragione.
Abbandonati dall’ANCI, che associa i comuni italiani, i piccoli-grandi sindaci hanno tirato fuori le unghie e i denti e hanno criticato le unioni dei comuni, l’aumento delle tasse praticamente obbligato in ragione dei tagli e di un continuo rinvio nei trasferimenti di liquidi già deliberati e hanno paventato l’orientamento a privatizzare la sanità.
Il sentore di questo lo percepiscono nei tentativi, a volte riusciti, di affidare agli elicotteri i trasferimenti in ospedali attrezzati, a fronte della chiusura degli ospedali, quando questi elicotteri, di privati, costano ogni anno milioni di euro che potrebbero servire per coprire la tenuta in funzione degli ospedali stessi.
Osservazioni, lamentele, ma più ancora proposte vive di gente viva, capace di catalizzare l’attenzione, di fare ragionamenti a base popolare, senza politichese, senza distinzione di parte politica.
Sindaci che vivono sulla pelle i problemi della gente, che hanno comuni virtuosi e anche ricchi, ma che si sentono non solo abbandonati ma traditi dallo Stato: elefantiaco, sprecone, inefficiente.
La distanza con le promesse e l’incapacità dei papaveri ad alti livelli è sembrata abissale, ma i cittadini di questi piccoli centri possono contare su persone che parlano la lingua del popolo!
Clicca qui per la galleria fotografica degli stati generali dei Comuni dimenticati.