L’ampiezza del pensare, dell’amare e dell’operare. Conferita la cittadinanza benemerita a mons. Lorenzo Chiarinelli

Era stata stata approvata dal Consiglio Comunale celebrato il 7 marzo la “Cittadinanza benemerita” per mons. Lorenzo Chiarinelli, su proposta del consigliere Emanuele Donati. E nel pomeriggio di oggi, 8 aprile, ha avuto luogo la cerimonia di consegna dell’onoreficenza, in un’aula consiliare gremita e gioiosa, alla presenza, di tanti sacerdoti, del vescovo Domenico Pompili e del vescovo emerito Delio Lucarelli.

Nato a Concerviano nel 1935, don Lorenzo, vescovo dal 1983, ha svolto il ministero nella Diocesi di Sora – Aquino – Pontecorvo fino al 1993, poi ad Aversa (1993-1997), quindi a Viterbo (1997-2010).

Prima di essere chiamato a fare il vescovo, mons. Chiarinelli, ordinato presbitero nel 1957, ha svolto nella diocesi di Rieti numerosi compiti, come insegnante di religione e di filosofia e come responsabile di uffici e settori pastorali. A livello nazionale dal 1967 ha collaborato all’attività formativa presso la Federazione Universitari Cattolici Italiani (Fuci) e successivamente, dal 1977, presso il Movimento Laureati di Azione Cattolica e, del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Meic). Tra gli incarichi ricoperti durante il suo episcopato, è stato presidente della Commissione Cei per la Catechesi e la Dottrina della fede e ha curato tutta la fase di realizzazione per l’approvazione dei testi dei catechismi. Presso le Congregazioni Vaticane è stato membro della Congregazione dei Vescovi e della Congregazione delle Cause dei Santi.

Il conferimento a mons. Chiarinelli della “Cittadinanza benemerita” della Città di Rieti, è stata deliberata con la seguente motivazione:

«Insigne prelato nel corso degli anni ha svolto innumerevoli iniziative ed assunto prestigiosi incarichi come docente in materie etiche e morali, fino alla guida di importanti Diocesi italiane, ispirando l’intero suo magistero ecclesiale alla divulgazione dei principi universali di pace, fratellanza e solidarietà umana. L’infaticabile impegno scientifico, letterario e pastorale ha sempre suscitato il vivissimo apprezzamento nell’opinione pubblica contribuendo ad elevare l’immagine della Città di Rieti cui egli è sempre rimasto intimamente legato».

Nel corso della cerimonia il sindaco Simone Petrangeli ha consegnato a don Lorenzo anche un fermacarte a forma di civetta. Il presule è infatti un amante degli uccelli notturni, e nel suo breve discorso ha preso spunto proprio da questo tema, raccontando anche di aver inviato una lettera di auguri pasquali al pontefice emerito Benedetto XVI, ai quali ha allegato anche un breve scritto intitolato, per l’appunto, “Notturno”. Un dono particolarmente gradito da papa Ratzinger, che lo ha sentitamente ringraziato per il gesto e per il contenuto con un biglietto recapitato giusto tre giorni fa.

Ma questa passione di mons. Chiarinelli per la notte richiama alla mente quanto scrisse Hegel nei suoi Lineamenti di Filosofia del Diritto: «la nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo». Come a dire che la conoscenza, la vera comprensione della realtà, prende quota sul far del crepuscolo, nella maturità, quando si vede il mondo nella sua complessità e nella sua profondità. Forse è questo il sapore che assume oggi la presenza di don Lorenzo nel nostro contesto, l’indicazione che continua a dare con la sua vita e il suo lavoro.

Un insegnamento che si coglie anche leggendolo dalle colonne odierne de «Il Messaggero», nel suo suggerire alla città di seguire le strade della «nobiltà», «che sta ad indicare quella profondità dell’io dove la persona attinge l’altezza e l’ampiezza del pensare, dell’amare e dell’operare», e della gentilezza, che è «positività dello sguardo, capacità di incanto, apertura della mente, accoglienza dell’altro, armonia di rapporti».

Foto di Massimo Renzi