Libri

La città non dimentica il professor Vincenzo Di Flavio

Presentati all'Archivio di Stato di Rieti gli ultimi due libri del professor Vincenzo Di Flavio, pubblicati postumi dall’istituto di conservazione reatino in collaborazione con la Chiesa di Rieti.

Si è svolto venerdì pomeriggio nella sala conferenze dell’Archivio di Stato di Rieti un piacevole e interessante incontro durante il quale sono stati presentati gli ultimi due libri del professor Vincenzo Di Flavio, pubblicati postumi dall’istituto di conservazione reatino in collaborazione con la Chiesa di Rieti.

Alla presenza del vescovo Domenico, del vescovo emerito mons Delio Lucarelli e del vescovo emerito di Viterbo mons Lorenzo Chiarinelli, oltre che di altre autorità e di un numeroso pubblico, il direttore dell’Archivio, Roberto Lorenzetti, ha spiegato come la presentazione sia parte della più ampia serie di appuntamenti culturali organizzati in occasione del 50 anniversario della morte di Angelo Sacchetti Sassetti.

In questo contesto la figura del professor Di Flavio si inserisce con merito, essendo stato un eccezionale studioso della storia locale, soprattutto ecclesiastica.

Una delle sue ultime fatiche riguarda per l’appunto una croce processionale particolarmente pregiata del XVI secolo, la cosiddetta “Croce di Belmonte”, proveniente dal piccolo paese vicino Rieti, oggi conservata al Museo del Duomo.

Di Flavio, coerente al suo stile, non si limita ad una mera descrizione ma ne ricostruisce la storia con rigore scientifico, indivuandone l’artista, il committente, correggendone la datazione, dando conto in modo puntuale della documentazione archivistica. Presente all’incontro anche il curatore del volume, Francesco Benedetti, che ha voluto ricordare l’amico con parole commosse.

Con La croce processionale di Belmonte in Sabina, è stato presentato anche un secondo volume, Elezione e morte dei Papi nei documenti di Rieti nello Stato Pontificio. Uno studio focalizzato sulla presenza dei papi nella documentazione locale, soprattutto sulla ricezione che si aveva nel nostro territorio di fatti importanti, quali appunto l’elezione o la morte del pontefice. Attraverso le carte d’archivio, da lui tanto amate, Di Flavio racconta i particolari di quei momenti di incertezza che coinvolgevano la vita religiosa ma anche quella sociale ed economica, nel periodo compreso tra il XIV e il XVIII secolo.

Assiduo frequentatore degli archivi, competente uomo di cultura, il professor Di Flavio difficilmente verrà dimenticato da tutti coloro che decideranno di interessarsi alla storia locale. A chi l’ha conosciuto e alle future generazioni egli lascia non solo le sue opere ma anche la consapevolezza della profondità del tempo: l’importanza del passato creatore di un presente che solo non dimenticando potrà essere davvero futuro.