Giugno Antoniano Reatino

Cibo, fede e convivialità

Presentato nell'ambito del programma del Giugno Antoniano Reatino il libro di Sabrina Vecchi "La trattoria del cardinale", pubblicato dalle Edizioni Paoline

Le storie “di convivialità e fede” raccolte ne La trattoria del cardinale, il libro di Sabrina Vecchi, si meritano tutti i complimenti per una scrittura proposta «con leggerezza ma pure con curiosità, perché le storie che si anellano sono davvero molto curiose e destano l’attenzione del lettore, ma anche con competenza, perché ne esce un testo che si lascia leggere proprio per la sua profondità ma nello stesso tempo per la sua grande concretezza».

Arrivano dal vescovo Domenico i complimenti alla giornalista reatina che – grazie anche alle frequentazioni legate al suo impegno lavorativo presso l’Ufficio comunicazioni della diocesi – ha collezionato vari racconti attingendo nell’ambito religioso locale e non.

Monsignor Pompili, che del libro pubblicato dalle Paoline ha firmato la prefazione, non è voluto mancare alla presentazione in città, inserita nel programma del Giugno antoniano non senza significato, dato che una delle storie raccolte da Sabrina riferisce proprio delle tradizioni “conviviali” legate ai festeggiamenti reatini in onore di sant’Antonio a cominciare dal rito “topico” della cioccolata mattutina il giorno clou dei festeggiamenti.

Al chiostro di Sant’Agostino, accanto alla basilica che ospita in questi giorni le celebrazioni antoniane e l’effigie del venerato taumaturgo, il tardo pomeriggio domenicale ha raccolto tanti reatini per questo momento di presentazione, al quale assieme a Pompili sarabbe dovuto intervenire anche il vaticanista Fabio Zavattaro, alla cui firma si deve l’introduzione, ma una febbre da post vaccino lo ha bloccato in casa e recupererà dunque a una prossima occasione romana. Al tavolo sul palco, con l’autrice e il vescovo siede così la giornalista Raffaella Di Claudio, che con l’amica Sabrina condivide la collaborazione alla pagina locale del Messaggero.

Su sua “provocazione”, monsignore non esita a condividere il suo giudizio sulla pubblicazione, cominciando dal pregio di riuscire «a parlare del cibo come di un fatto relazionale di grande impatto culturale, uscendo fuori dalle derive di questa spettacolarizzazione del cibo che la televisione ci ha imposto negli ultimi anni».

Il riportare il mangiare alla sua bellezza, a quell’aspetto di condivisione così caro anche alla tradizione cristiana. Valori da recuperare anche contro alcuni pericoli di “aggressione” alla nostra tradizione che arrivano da elementi estranei alle nostre genuine esperienze di convivialità, ha detto il sindaco Antonio Cicchetti, invitato a portare il suo saluto.