Chiude oggi Rieti Cuore Piccante

Si conclude oggi la terza edizione della Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino. Dopo un inizio sottotono – di sicuro a causa del maltempo – Rieti Cuore Piccante ha progressivamente recuperato presenze. Gli scettici dovranno farsene una ragione: magari non vedremo i turisti accapigliarsi per l’ultimo peperoncino, ma il fenomeno è obiettivamente sotto gli occhi di tutti. E secondo i bene informati oggi ci sarà il pienone.

Ma poi che importa? Il bilancio finale è facile da prevedere: comunque sia andata è stato un successo. E le cifre saranno di sicuro da capogiro. Il bilancio ufficiale del primo anno arrivò a contare 100.000 presenze, e gli organizzatori dichiararono di aver speso per la prima edizione della Fiera 260mila euro. Le stesse fonti stimarono in 300.000 euro l’incasso di ristorazione ed accoglienza turistica, e in una media di 12 euro pro capite la spesa su Rieti dei visitatori. Un totale di 1.200.000 che andava letto al netto di quanto investito negli stand.

Per questa terza edizione, con il triplo della superficie occupata e grazie ad eventi di assoluta qualità e grande richiamo, è doveroso aspettarsi numeri in proporzione. Li richiede la credibilità di una iniziativa già entrata nel cuore degli appassionati, li giustificano i rapporti istituzionali al massimo livello, li stimolano le consolidate relazioni internazionali che oggi la città di Rieti pare poter vantare.

E poi l’abbiamo letto sui manifesti: «La rivoluzione culturale sul consumo consapevole di peperoncino parte da Rieti», c’era scritto. E si sa: piaccia o non piaccia, le rivoluzioni sono sempre questioni di massa.


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